Le nuove frontiere della Politica

Paternopoli/Il piacevole dibattito accennato dal Segretario del Pd

CERTO, “BELLEZZA E FELICITÀ”, MA LE NUOVE FRONTIERE DELLA POLITICA SONO LAVORO E CULTURA E QUESTE CI SUGGERISCONO UN SÌ AL REFERENDUM COSTITUZIONALE

Non nascondiamo un nostro punto debole: ci piace partecipare alle discussioni che il Segretario del Pd locale determina, anche se come più volte ribadito ed anche in questa circostanza si conferma, niente ci unisce. Siamo mondi paralleli, mai incrociantisi, ma maledettamente partecipanti. L’ultima provocazione del Segretario: “bellezza e felicità, le nuove frontiere della politica”. Certo parlare di bellezza della politica, con tutto quello che sta accadendo oggi nel Paese, richiede davvero audacia. Eppure, se prescindiamo dallo spettacolo sfrontato offerto dalla nostra classe dirigente, proiezione del resto di ciò che siamo noi italiani, la Politica nella sua massima e corretta espressione, ha in sé una valenza di alto profilo civile e morale, un’arte che dovrebbe elevare l’uomo anziché essere per molti un mezzo attraverso cui soddisfare interessi personali.

E ancora, la bellezza è un valore fondamentale per uscire dall'abbrutimento della nostra anima e della devastazione delle nostre terre. Il mondo sta impazzendo perché l'uomo sta perdendo l'anima, sta distruggendo se stesso e con la "peste emozionale" sta distruggendo il pianeta. La peste emozionale è "il tutti contro tutti", "contro il tutto", la violenza cieca, il fanatismo. Quello che sta accadendo nella politica italiana è "funzionalmente identico" a quello che sta accadendo nel mondo: regna la confusione più folle. Così come nel nostro Paese. Un quesito referendario, ad esempio, che può mettere all’angolo definitivamente un rovinoso trascorso economico-burocratico-istituzionale, viene fatto passare per una battaglia ideologica. Non è così. E’ "peste emozionale". Al contrario dovrebbe suggerirci un sì incondizionato. E allora noi avremmo detto sì, uniamoci a tutti quelli che nel mondo si battono per la pace, per l'amore verso la natura, i bambini, per la difesa dell'ambiente, per i vecchi e la loro saggezza. Riprendiamoci, sì, il respiro del nostro pianeta, gli odori della terra, riapriamo, sì, gli occhi sullo spettacolo della natura e sulla magia della vita. Ma avremmo anche detto che la politica ha perso il contatto con la vita, con l'umanità. Riprendiamoci, si, la saggezza del vivere, diciamo "no" alla "bruttezza", riprendiamoci il sentimento del vivere, la bellezza, la sensibilità all’amore verso se stessi e verso tutti. Però è sacrosantamente vero ed indiscutibile che le nuove frontiere, questa è la sfida, riguardano il lavoro e la cultura. Le due cose non sono più scindibili. Il compimento delle due azioni che si intrecciano, possono essere lasciate alle tensioni o alle casualità del mercato o, essere indirizzate dagli Stati. La differenza tra queste scelte produce la visione delle élite e nei paesi a prevalenza democratica l’elemento partecipativo diffuso unico e vero produttore di cittadinanza. E’ il lavoro e la cultura che asciugano la paura della indifferenza e della inutilità che grava e pesa sugli individui molecolari urbani. E’ tramite di loro che è possibile scommettere sulle comunità educanti asciugando l’angoscia che trasuda dalle periferie e con la violenza dei dati virali tracima nei buoni quartieri borghesi ormai privi di sicurezze. Ci sono uomini e donne capaci e pronti per queste scelte, è la nostra migliore gioventù.

Mario Sandoli

per la nascente Associazione politico-culturale “Il Gabbiano”

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