A proposito del nostro paese

Paternopoli è un piccolo paese. Ci conosciamo tutti. Ci sono rapporti veri con alcuni, con altri ci si sente di rado, i più li si incontrano per caso e i tanti, poi, sono semplici conoscenti. Più o meno siamo tutti vicini, viviamo gli stessi luoghi, parliamo delle stesse cose e questo ci accomuna. Se ti chiedono “conosci ……?”, finisce che rispondi sempre “sì, sì, è un mio amico”. Anche se non è vero. Ma in certe realtà o sei amico, o sei nemico, e quindi tanto vale identificarsi come amici finché qualcosa non motivi il contrario.
Paternopoli è un piccolo paese e siamo in pochi. E la cerchia è comunque piccola. Le strade e i punti di riferimento sono gli stessi, i fatti sono sempre i medesimi, e questo ci offre un codice condiviso con cui scambiare le nostre opinioni. Ci s’incrocia spesso. A volte si vedono gli altri solo da lontano, o magari solo in qualche occasione pubblica, ma il contatto rimane comunque vivo non appena uno muove un piede per strada e mostra così la propria presenza agli altri.
Paternopoli è un piccolo paese e ogni tanto spunta il personaggio del momento. Quelli più singolari arrivano sulla bocca di tutti, e basta qualsiasi loro minima capacità, leggenda o soprattutto pettegolezzo per portarli nelle piazze e nei bar in cui ci troviamo a discutere. E le storie si gonfiano, si plasmano, passano di bocca in bocca un po’ copiate, il più delle volte esagerate, fino a diventare una storia nuova e differente, ma sempre incredibile. Sempre pazzesca. “Bufalate”.
Paternopoli è un piccolo paese e non si leggono più giornali. C’è chi dice che non servono tanto esce sempre qualcuno che raccoglie le notizie nelle piazze e poi le porta in giro di negozio in negozio, di bar in bar, di strada in strada.
Paternopoli è un piccolo paese e, verosimilmente, le notizie circolano così. Non serve altro, perché è piccolo e siamo in pochi. E quando tutto è così piccolo, ogni piccola notiziuola o ogni possibile fatto diventa materiale buono per il chiacchiericcio. Perché tutto sommato è proprio il chiacchiericcio a tenerci uniti, assieme.
Paternopoli è un piccolo paese e serve poco per far parlare di sé. Basta fare qualcosa, o dire di averlo fatto. Non importa che sia vero: il chiacchiericcio lo porterà comunque, perché è un dialogo per buona parte fine a se stesso. In questo flusso però, e qualcuno lo fa bene, bisogna saperci entrare in modo intelligente, senza rifiutarlo, ma senza introdurre elementi nuovi: chi lo fa aggiunge rumore (e quanti sono…….), ma ne esce più debole di prima. Chi inventa si fa la nomea di chiacchierone, e poi chi gli crede più? Mamma quanti parolai.
Paternopoli è un piccolo paese e le persone che contano sono poche. Quasi mai sono quelle più in gamba, e quasi mai contano davvero. Ognuno ha il suo ruolo, e questo ruolo, semplicemente, rende queste persone un po’ diverse dalle altre. Proprio perché hanno un ruolo e in quel compito sono identificate all’interno del nostro tessuto sociale.
Sì, Paternopoli è un piccolo paese, ma è forte. E’ forte perché ci sono tanti piccoli legami che creano una trama unica. Per le strade ti sembra di vedere nessuno, ma tra le mura c’è un formicolìo continuo di azioni e parole che uniscono tutto e tutti.
Paternopoli è un piccolo paese e la critica e il pettegolezzo, al momento, vanno per la maggiore, ma noi ci opporremo a tanto perché tutto sommato, così facendo, affermeremo un modo antico e tradizionale di mettersi a confronto per affermare se stessi, confrontarsi, fare squadra e sentirsi parte di un qualcosa. E’ ora che questo piccolo paese ripudi ”bufalate” e “chiacchiericcio”. Per il nostro piccolo paese, questa è la sfida “madre”. Che vincerà. E solo dopo si potrà cominciare a parlare di politica con serenità.
Mario Sandoli
per la nascente Associazione politico-culturale “Il Gabbiano”

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