Presentazione Pebbe Barra (Carnevale 2005)

Il suo concerto è un arazzo iridescente e complesso, una tessitura di fili melodici ed emotivi che sanno parlare del presente e della memoria con grande naturalezza.

Il viaggio nel tempo e nei suoni di Peppe unisce tammurriate e opere buffe, favole tratte da Basile e filastrocche popolari, barcarole procidane e storie di viandanti e re.

È un percorso che traccia le vie fondamentali della tradizione etnico musicale del sud Italia e in particolare di quella partenopea.

La forza della parola, gli accenti sospesi del suo dialetto diventano la viva e palpitante materia sonora con cui modellare i colori e le forme delle proprie esperienze, passando dalla tragedia all'ironia in un istante con un gesto, un'occhiata, un cambiar tono di voce.

Portavoce di un linguaggio universale in cui istinto e ragione sfuggono alla fragilità di un complicato equilibrio. Pezzi arcinoti, attraverso la sua rivisitazione, acquistano una nuova verginità, una lettura inedita e sorprendente.

Ritualità e occhi aperti sul futuro, devozione per le tradizioni popolari sono al centro del suo spettacolo nel cui finale esplode una febbre quasi primitiva e dionisiaca: la voce e le nacchere di Peppe fanno irrompere l'immagine prepotente ed orgiastica di una napoletanità sofferta.

Quando lo spettacolo termina, sembra che continui dentro di noi.

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