Folletti - La Voce

Ernestina aveva il suo pezzo di terra ad orto giù al Fredane, proprio presso il greto del fiume, sicché disponeva di acqua a sufficienza e non le costava nemmeno fatica annaffiare. Le patate più grosse erano le sue, e i pomodori più succolenti, per non dire dei peperoni che tutta via Croce le invidiava. Ma non forse quest'anno perché, già da due giorni, ininterrottamente, un forte vento di scirocco inaridiva la terra e le piantine tutte giacevano svigorite fra le zolle.

Ernestina non se ne dava pace. Già immaginava i commenti sarcastici delle vicine: "Hai visto le patate di Ernestina? So' pallini re sbcoppetta!"[1]E ancora: "Son peperoni quelli? Io pensavo fossero chiodi e mi chiedevo a cosa le servissero! ".

No. Ernestina non si rassegnava. A costo di prosciugare tutto il fiume, mai e poi mai gliela avrebbe data per vinta a quelle! Si levò che era ancora notte e, preso il secchio e la scodella d'alluminio con la quale dosare l'acqua, con passo lesto si recò giù al fiume. Contava di essere di ritorno prima di giorno per approntare la colazione per il marito ed i figli che a loro volta dovevano scendere al podere.

Aveva appena attinto il primo secchio d'acqua che una voce maschile la interpellò dal buio: "Che ci fai quaggiù in piena notte?".

Ernestina pensò che fosse il genero, il cui appezzamento di terreno confinava con il suo. "Che vuoi che ci faccia! ?" rispose. "Do l'acqua alle piante, altrimenti sto scirocco mi brucia tutto". Risalì piano il greto, appesantita dal secchio, ma, per quanto si guardasse attorno, non trovò il genero ad attenderla. Un poco se l'ebbe a male: giacché c'era, poteva anche darle una mano. Invece niente, scomparso nel nulla, come se la terra l'avesse inghiottito. Era solo buono a chiederle i peperoni alla composta per la sfrittuliata o uno strato di patate quando aveva il valano a cui preparare la colazione.

Ernestina annaffiò il suo orto e, prima ancora che il sole si affacciasse all'orizzonte, fu di nuovo a casa, pronta ad attendere alle sue incombenze in cucina.

Fu mezz'ora più tardi che il genero venne a bussare al suo uscio. "Potevi darmi una mano, stamattina all'orto", lo rimproverò lei.

Quello aggrottò le ciglia senza capire e, solo dopo i chiarimenti del caso, Ernestina comprese di essere stata visitata da uno spirito.



[1]Sono pallini per fucile.

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