Cambiamo l’ordine del giorno

Paternopoli/Per ricominciare…..
Cambiamo l’ordine del giorno

Mi accompagno spesso e con piacere con due cari amici. I due sono caratterialmente diversi, ma molto uniti. Il primo riflessivo, misura parole con intelligenza, valuta fatti con passione e capacità. L’altro, molto vivace, ottimo politico e fine interprete delle dinamiche dei “comportamenti” e del “pensiero” della nostra comunità. Nelle nostre frequentazioni, il secondo mi ricorda sempre che il suo punto di osservazione è privilegiato: è, questo glielo rimprovero sempre, il “chiacchiericcio di bar”. Si spiega e mi avverte: sarà pure “chiacchiericcio di bar” ma è “voce” di un paese “sofferente” che chiede di essere ascoltato. E’ un “chiacchiericcio” custode di verità, di ansie, d’insoddisfazioni, di paure. Di speranza no. L’hanno perduta. Un “chiacchiericcio” che attende risposte. E incalzandolo con domande mirate su specifici ”dossier” politico/amministrativo/sociali aperti e ancora non sufficientemente trattati, replica evidenziandomi che ho capito poco di questo paese. Si accalora e sentenzia: vedi amico mio in questo paese ogni cosa ha i suoi tempi, ci sono “ordini del giorno” precisi che vanno rispettati e in questo momento a Paternopoli si parla solo di Carnevale. Per me la cosa è incomprensibile: possibile che la tarantella possa talmente stordirci da far passare in secondo piano quanto si vive e quanto ancora potrebbe accadere in questo paese? Io voglio pensare di no, che non è così. E se è così, allora, cambiamo l’ordine del giorno e mettiamo da parte il Carnevale. Il Carnevale non si fa? Finalmente dico, è un bene che non si fa. Negli ultimi anni ormai si era ridotto sempre più a uno snervante ritornello “si fa o non si fa” con il risultato, umiliante, che spesso i carri si completavano mentre sfilavano. Meglio allora che non si fa: chiamatelo “anno sabbatico”, chiamatela ”pausa in attesa di ben strutturare la manifestazione”, ma per carità non parliamone più. Cambiamo, allora, l’ordine del giorno e preoccupiamoci dei dossier che ancora aspettano di essere discusi e risolti. Gran dibattito, ricordo, sulle competenze liquidate ad un professionista. Ce ne siamo dimenticati? Ci lasciammo con una sollecitazione cui seguirono assicurazioni: le carte riguardanti il giusto e dovuto pagamento di compensi da liquidare a un professionista, fatti però lievitare in modo considerevole e di cui non si è avuta ancora spiegazione, sono state inviate o no alla competente Procura della Repubblica? E alla Corte dei Conti? E poi, ancora, qual è lo stato degli uffici del Comune? Offrono i servizi richiesti e dovuti e quanto esige e si aspetta il paese? Perché il tessuto sociale di questo paese non si ricompatta? Perché quest’Amministrazione arranca nel dare “risposte” alle reali necessità di questo paese? Perché non ricompatta? Perché non fa più Comunità? Perché divide? Perché trova difficoltà a conservare almeno quanto di bello abbiamo ancora sul nostro territorio? Perché, poi, questo paese non ama più la politica? Perché si sta andando verso la deriva? Perché ostinatamente e noi tutti ne abbiamo responsabilità, amiamo vivere la politica in modo snaturato? Perché la politica non è più “consenso” ma “convenienza”? Questo e altri ancora sono i dossier aperti a Paternopoli. Questo è l’ordine del giorno da discutere. Per poter finalmente ricominciare.

Mario Sandoli

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