Paternesi Illustri

Filippo de Jorio

Padre Francesco da Paterno

Profondo conoscitore di lettere classiche. Insegnante e autore di vari studi letterari.


Padre Raffaele da Paterno (5 Gennaio 1837 - 19 Novembre 1900)

Al secolo: Raffaele di Pietro, nato da Antonia e Giuseppina D'Amato in Paternopoli il 5 Gennaio 1837 morto a Nocera il 19 Novembre del 1900. Fu definitore generale e ministro provinciale dei francescani. Con gli scritti e la predicazione stigmatizzò gli errori ideologici e le ingiustizie sociali della, Massoneria da cui fu aspramente lottato.


D'Amato Raffaele

Esimo insegnante nelle scuole superiori.


de Iorio Filippo

Esimo insegnante nelle scuole superiori, fondò il giornale "La Provincia" che faceva stampare in una tipografia di sua proprietà in Paternopoli.


de Iorio Filippo (1800 - 1859)

Nacque nello stesso anno in cui Napoleone Bonaparte a Marengo, con la sua vittoria sugli Austriaci, dava inizio al nuovo corso della Storia europea. Il padre, Giuseppe de Jorio , uomo colto e liberale, fu un patriota di primo piano nella nostra provincia sia nella sollevazione antiborbonica promossa da Morelli e Silvati, che successivamente come capo del governo provvisorio di Avellino. Il giovane Filippo ebbe in lui un grande amico e maestro (da lui aveva appreso le prime nozioni di greco, da lui aveva imparato ad amare le belle lettere e la poesia) e soffrì profondamente quando per sfuggire alla continua persecuzione dovette lasciare la sua casa e i suoi affetti. Comunque restò a Paternopoli dedicandosi completamente ai suoi studi e ad interessarsi delle necessità dei suoi concittadini. Giovanissimo scrisse Odi, Sonetti e Biografie di uomini illustri. Videro poi la luce le sue migliori produzioni letterarie: la traduzione delle "Odi" di Anacreonte in uno stile fedele a quello del lirico greco, con una padronanza che sa di "classico bello"; tradusse dal latino le "Delizie Taratine" di Nicolò D'Aquino; compose le tragedie "Meleagro" e "Caio Gracco". Si laureò in diritto (tra l'altro scrisse un trattato sulle istituzioni di Diritto Romano), ma divenne anche un acuto ricercatore e critico storico, un buon matematico, cultore e maestro di scienza agraria. Visse la sofferenza delle nostre popolazioni, di cui sentì il tormento nella lotta contro le difficoltà e la miseria e cercò di trovare una soluzione ai problemi studiandoli a fondo. Suoi sono: un "Trattato sulla coltivazione dei cereali", altri sulla "Conduzione delle piccole aziende agricole", "Sui concimi", "Sui vini", su "Alcune malattie delle piante". Le sue opere furono apprezzate nel mondo accademico, sia letterario che scientifico; in relazione a ciò, partecipò al settimo Congresso Europeo delle Scienze. Fu nominato professore di agricoltura e matematica e poi ispettore della pubblica istruzione. Nel 1848, eletto deputato nella nostra provincia, nel risveglio che animava la mente e il cuore degli italiani in quegli anni del Risorgimento, egli fu all'avanguardia con numerose proposte di legge. Se lo si dovesse inquadrare oggi politicamente, potremmo dire che fu un indipendente di sinistra. Purtroppo non riuscì a vedere il trionfo delle sue idee politiche perché non vide l'Italia libera e unita: circa un anno prima, nel dicembre del 1859, si spense in Paternopoli.


de Iorio Giuseppe

Sedette per diversi anni alla Presidenza del Consiglio Provinciale. Diede definitiva sistemazione all'Orfanotrofio femminile Ciro Mattia.


de Leo Felice (1815 - 1860)

Sacerdote, regio provveditore agli studi nel Regno di Napoli, particolarmente portato per lo studio linguistico greco, latino, francese ed in non poche altre; esimio conoscitore delle memorie patrie. Insignito dell'Ordine di S. Maurizio e Lazzaro.


de Renzi Enrico (1831 - 1921)

Fu clinico primario di "Gesù e Maria" in Napoli e professore universitario di Clinica Medica, scrisse varie opere scientifiche fra cui un Trattato di Patologia e clinica medica. Deputato al parlamento e poi senatore dal 1898. Sostenne per la prima volta, in collaborazione con Giovanni Antonelli, la teoria miogena del ritmo cardiaco. Scoprì un metodo di cura per l'anchilostomiasi. I suoi meriti scientifici; furono apprezzati in tutta Europa massime per la parte presa nel Congresso Medico europeo tenutosi in Germania.


de Renzi Giuseppe (1761 - 1802)

Dotto ecclesiastico, lasciò il primo cenno storico di Paternopoli.


de Renzi Giuseppe (1842 - 1920)

Generale Medico. Scrisse vari lavori scientifici relativi in special modo a malattie nell'esercito, ottenendo premi in diversi concorsi. Amò fortemente la sua terra nativa e i suoi concittadini per i quali si prodigò in ogni occasione.


de Renzi Salvatore (1800 - 1872)

Nacque a Paternopoli da Maria Rosaria del Grosso e Donato de Renzi, quest'ultimo facente parte di una ricca e agiata famiglia poi decaduta. Salvatore in età adolescenziale si recò a Napoli grazie all'interessamento dell'arciprete Giuseppe, suo zio. Quest'ultimo era un uomo amante della letteratura e della poesia e influì non poco sulla formazione del giovane de Renzi. Tale fu l'attaccamento per lo zio che dopo la sua morte S.d.R. volle depositare in un urna privata la sua testa, conservandola con religiosa pietà. Nel 1821, non ancora laureato, tentò la via militare come ufficiale medico e presto servizio nell'ambulanza di Guglielmo Pepe. Ma la sua carriera militare non fu lunga tant'è che qualche anno dopo fece domanda di aiutante alla clinica media e poi divenne vaccinatore. La sua carriera medica negli anni avvenire fu concentrata nella lotta alle epidemie: fu presente attivamente sulla scena durante le epidemie che si susseguirono tra il 1836 e il 1854. In questo periodo organizzò le attività di pubblica assistenza in prima persona, facendosi carico di impegni gravosi che però non gli impedirono di compiere il proprio dovere fino in fondo. Fu alla fine di queste epidemie che il d.R. scrisse la sua prima relazione in merito, mostrando grande competenza e finezza nella scrittura medica. Nasceva così lo Storico della Medicina che tutti oggi conoscono: infatti negli anni avvenire S.d.R. si dedicò agli studi e alla creazione di una delle più grandi biblioteche del meridione. Si dice che i libri più rari e pregiati fossero per primi offerti al de Renzi. Negatagli la cattedra di Storia della Medicina per volere dei Borboni (anche se del tutto meritata), il d.R. attraversò un periodo di sconforto che cercò di colmare viaggiando per l'Italia con lo scopo di continuare i suoi studi. Ciò non fece altro che accrescere la propria fama il che gli consegnò, quasi con forza, la cattedra di Patologia Generale nella regia università di Napoli. Nonostante fosse una cattedra modesta, il d.R. si fece subito apprezzare dai propri studenti che videro un lui un esempio illustre da seguire. Bisogna giungere al 1860 per vedergli assegnare la cattedra di Storia della Medicina a cui si dedicò nei suoi ultimi anni. Nel 1969 fu eletto Presidente del Congresso Medico Europeo, tenutosi a Firenze, grazie alla sua dottrina. Tra i suoi principali lavori scientifici: Storia della Medicina, I libri otto della medicina di Celso, gli Studi sulla Scuola Medica Salernitana, Tre secoli di rivoluzione napoletane, Giovanni da Procida e il secolo XIII, Il Tarantismo di Puglia.


de Renzis Albero

Valoroso ufficiale di marina. Nel 1882-83 da Tenente, prese parte alla esplorazione polare guidata dal danese Hovgaard sulla nave Dijmpha.


de Renzis Felice

Illustre professore della clinica oftalmica nella regia università di Napoli, si acquistò grande reputazione con la pubblicazione della Patologia Cerusica.


de Renzis Nicola

Consigliere della Corte di Cassazione di Napoli.


de Rienzo Pasquale Antonio

Esimo insegnante nelle scuole superiori.


Famiglietti Ferdinando

Arciprete versato specialmente nelle cognizioni legali e giuridico-amministrative. Seppe ottenere restituite da Ferdinando di Barbone le rendite dell'Orfanotrofio Ciro Mattia, che erano state aggregate al Grande Albergo dei Poveri di Napoli. Suoi degni discepoli furono l'arciprete Giov. Battista Chiadini versato nelle discipline giuridiche-amministrative e il sacerdote Francesco Marrelli, eletto ingegno di non comuni cognizioni letterarie.


Famiglietti Giuseppe

Versatissimo negli studi letterari autore di parecchie opere fra cui la originale opera drammatica "Un gioco di fortuna". Accademico Pontaniano.


Famiglietti Vincenzo

Esimio pittore compagno di Giuseppe Mancinelli, fornito di vaste cognizioni storiche. Ha lasciato una scelta e numerosa pinacoteca. I suoi dipinti furono premiati da diversi istituti e varie esposizioni nazionali ed estere nelle quali furono messe in mostra.I pittori Volpe e Leone se non dello stesso grido del Famiglietti, uscivano dalla mediocrità.


Iorio (de Iorio) Nicodemo (1748 - 1802)

Studiò giurisprudenza sotto la guida di Domenico Testa e fu illustre filosofo, teologo e letterato. Scrisse delle parafrasi sui sette Salmi penitenziali, sul Cantico di Ezechia. Compose ventidue elegie sul Miserere che raccolse sotto il titolo "Sfogo doloroso ai piedi del Crocifisso" , un volume di rime e un'opera sui Concilii congiunta a quella sulla "Ragion Canonica". Scrisse ancora un trattato sulla Teologia Dogmatica in 5 volumi e tradusse le Elegie di Properzio in rime, alcune Odi di Orazio e una perifrase di una Bucolica di Virginio.


Lizio Antonio

Vescovo di Nusco nel sec. XV


Martino Martino

Nel 1639 fu vescovo di Tulizio.


Martino Urbano

Fu eletto, dai Padri Vocali, XV abate generale di Montevergine nel 1645. Governò fino al 1648. Fu benedetto da Stefano di Castel Bianco, vescovo di Sarno, nella chiesa di S. Pietro di Mercogliano.


Mattia Ciro (1759 - 1802)

Esercitò con valentia in Napoli l'avvocatura nella giovane età; ritiratosi poi a Paternopoli donò tutti i suoi beni per la istituzione di un Orfanotrofio femminile.


Modestino Alessandro

Fu per i suoi meriti consigliere provinciale e deputato al parlamento.


Modestino Carmine (nato il 1802)

Vide i natali a Paternopoli nel 1802 da Pasquale Modestino e Teresa Mastrominico. L'ingegno che il giovane C.M. mostrò fin da ragazzo spinse i suoi genitori a farlo studiare a Napoli: dapprima nel Collegio di S.Carlo alle Mortelle e poi presso la facoltà di legge dove si laureò nel 1822, divenendo in breve tempo uno degli avvocati può rinomati di Napoli. La morte del padre lo costrinse al ritorno nel luogo natio per accudire la madre, ma ciò non bloccò i suoi studi e le sue pubblicazioni. Collaborò con Pasquale Stanislao Mancini, Lorenzo Riola ed altri nello scrivere "Le Ore Solitarie" ed "Il Laceno", dedicato all'omonimo luogo della nostra provincia. Tra il 1825 e il 1836 pubblicò diversi scritti sia su giornali che per conto proprio, che trattavano principalmente di luoghi caratteristici del Napoletano e del Sud in generale. Il Modestino era socio di diverse accademie e componente della Reale Società Economica di Principato Ultra, dove lesse diversi trattati tra cui: "Delle opere pubbliche dai Normanni a Ferdinando II" che suscitò non poche emozioni ai presenti. Anche l'archeologia fu una sua grande passione e potò dimostrarvi tutto il suo intelletto in interessanti opere. Nel 1848 fu deputato di sinistra nel parlamento napoletano. Tra le sue opere principali ricordiamo le ricerche sulla vita di Torquato Tasso e la traduzione del Giaurro di Byron, sia ben chiaro che queste sono solo l'apice di una moltitudine di pubblicazioni e ricerche (alcune anche mai pubblicate) che hanno reso illustre Carmine Modestino.


Musacchio Martino

Illustre capitano di ventura, accompagnò Carlo V nella spedizione di Tunisi (1535); ebbe il cingolo militare e il cosiddetto "Clavio di fortezza".


Romanelli Vincenzo

Filosofo, professore, preside liceale.


Rossi Urbano (morto il 19 Settembre 1618)

Appartenuto alla famiglia dei Marchesi Rossi, feudatari di Paternopoli. Di lui si sa solo che nel 1611 (dai documenti: Russo da Paterno) fu VI abate generale di Montevergine. Governò per otto anni, fino al 1618 quando morì a Loreto nel 19 settembre. Fu sepolto nella chiesa di Montevergine. Nel primo anno del suo generalato molti monasteri della regione furono dichiarati Abbazie con un breve di Paolo V.


Siracusa Sergio

Anche se non ebbe i natali a Paternopoli, vi passò la propria infanzia e grazie all'interessamento del parroco potè intraprendere la sua florida carriera militare che lo portò alla carica di Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri.


Sullo Fiorentino

Uomo colto ed onesto, fu eletto deputato giovanissimo, partecipò ai lavori della Costituente e fu più volte nominato ministro. Eletto alla Costituente a soli 25 anni, Sullo fu eletto deputato ininterrottamente fino alla sesta legislatura, la cui conclusione, nel 1976, rappresenta anche il suo distacco dalla Dc. Si ricandida poi, nello Psdi, nel '79. Rientrato nella Dc nel 1983, viene nuovamente eletto deputato per la nona legislatura. Nell'arco di questo lungo impegno parlamentare, che va dal 1946 al 1987, Sullo assume diverse volte responsabilità di governo. Il battesimo è nel 1960, al ministero dei Trasporti, ma si chiude traumaticamente subito dopo il voto di fiducia che vede il governo Tambroni nascere con il sostegno essenziale del Msi. Fiorentino Sullo si dimette, lui che è della corrente di Base. Ritorna a fare il ministro più volte, ma, tra i diversi dicasteri che ricopre, viene ricordato maggiormente per quello dei Lavori Pubblici, nel terzo governo Fanfani. E' infatti autore di una riforma urbanistica molto avanzata, che porta il suo nome, ma la segreteria del suo partito nel marzo del 1963 si dissocia pubblicamente dalla legge, affossandola. Ai lavori pubblici mise in cantiere numerose opere tra le quali l'autostrada Napoli Bari e l' Avellino Salerno. Torna a scontrarsi con il suo partito nel ‘68, Nominato titolare della Pubblica istruzione a dicembre del 1968, a gennaio del 1969 firmò una circolare con la quale veniva riconosciuto il diritto di assemblea degli studenti delle scuole medie superiori. Un mese dopo, il 13 febbraio, venendo incontro alle richieste studentesche, presentò la legge che riformava gli esami di maturità. Nata come provvedimento provvisorio per abolire la riforma fascista di Giovanni Gentile, la "nuova maturità" rimasta in vigore per 28 anni. Fino alla legge di Berlinguer. quando la Dc si mostra fredda nel sostenerlo come ministro della Pubblica Istruzione, per cui si dimette. L'ultimo scontro con il proprio partito si sarebbe consumato dieci anni dopo, quando non condivise l'opposizione della Dc al divorzio che avrebbe portato il fronte antidivorzista alla durissima sconfitta referendaria del 1974. Nato a Paternopoli (Avellino) il 29 marzo 1921, Sullo fu un dirigente dell'Azione cattolica e poi uno dei fondatori della Dc in Irpinia. Sullo non condivide neppure la posizione della Dc contro la legge del divorzio, che porta alla sconfitta referendaria del ‘74. Epiche le battaglie all'interno del partito con Ciriaco de Mita. Il declino politico di Sullo, leader meridionale della sinistra di base, coincise con la crescita del giovane Ciriaco De Mita che nei primi anni Settanta ne prese il posto. Ma fu proprio Ciriaco De Mita a fare di tutto per farlo ritornare nel partito nel 1985. Lo rimpiangeranno in molti.

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