Diritto alla Storia, L'inventario dei beni del clero della Chiesa di San Nicola

Diritto alla Storia - Capitolo 21

Le carestie, la peste, l’incubo del brigantaggio, i terremoti devastanti che si erano succeduti a ritmo incalzante avevano messo a dura prova la popolazione di Paterno che, nella fede interamente recuperata, aveva trovato la forza per reagire e sopravvivere. Era in questi anni considerevolmente aumentato il numero delle cappelle all’interno della chiesa maggiore di San Nicola. Già nel 1656 i de Mattia ne avevano fondata una dedicata alla Circoncisione, detta anche del Presepio4, e ad essa erano venute via via ad aggiungersi quelle del Loreto, di San Giovanni Battista, di San Leonardo, delle Anime del Purgatorio.

Agli inizi del 1700 risultava costituita anche una nuova confraternita, quella del Monte dei Morti, che aveva come proprio riferimento la cappella del Rosario, il cui rettore era l’arciprete Don Angelo di Amato5.

Numerose pure le chiese ai principi del 1700, e tutte dotate, sebbene in misura diversa, di rendite proprie. Oltre la chiesa maggiore, erano aperte al culto Santa Maria di Costantinopoli e Santa Maria delle Grazie, rispettivamente all’inizio ed alla fine di via Croce; la chiesa di San Francesco, sopravvissuta all’antico monastero; San Sebastiano, lungo il Pendino della Fontana; San Michele Arcangelo, presso il sobborgo Acqua dei Franci; San Giacomo, alle Taverne; Santa Maria delle Grazie, in località Piano; Santa Maria a Canna, al disopra della Pescarella; San Damiano, San Felice, Sant’Andrea, San Pietro e San Quirico, nelle rispettive contrade1. Negletta risultava ormai la chiesuola di San Vito, nell’omonimo sobborgo.

Una nuova calamità naturale colpì Paterno nell’anno 1717. Piovve ininterrottamente per oltre un mese e gli impianti di macina presso il fiume Calore, gestiti da Domenico della Trezza, Domenico di Natale Zollo, Alessandro Lombardo e Giovanni Gallo, ne risultarono gravemente compromessi, sicché si dovette prendere atto che, Per il gran delluio, e quantità d’acqua che fu nel mese di settembre, dette molina per la suddetta causa diedero serrate, seu chiuse, e non macinarono per spatio di sette mesi, quali molina stavano affittate annui per la somma di docati trecento, e tredici l’anno, e per la suddetta causa si scomputarono docati cento cinquanta quattro all’affittatore di quelle, et il remanente di detto affitto servì alla riparazione della palata, che stà per comodo, e servimento di dette molina2.

Comunque l’incidente non poteva costituire un serio ostacolo per il processo evolutivo dell’università. La produzione, soprattutto artigianale, aveva raggiunto livelli qualitativi tali da indurre ad aspirare alla conquista di nuovi mercati. In considerazione di ciò, il 12 settembre 1717 la popolazione fu convocata in pubblica riunione sulla piazza del Seggio e, all’unanimità, si deliberò l’istituzione di una fiera annuale. Si stabilì anche che in tale occasione fosse designato un Sindico mastro di fiera che per nove giorni avesse giurisdizzione, contro delenguenti, e debbitori, fosse cioè dotato di autorità che gli consentisse di emettere giudizi e di comminare pene3.

Ora che l’economia dava segnali di netta ripresa, si faceva imperiosa pure l’esigenza di impreziosire con immagini sacre i luoghi di culto, a lungo lasciati spogli e da tutti ritenuti, non senza disagio, indecorosi. Fu così che la chiesa di San Nicola si arricchì di un “Gesù Morto” della scuola del Giordano e di una tela dell’Assunzione4.

Non difettavano, a chiese e cappelle, le risorse per interventi migliorativi. Tutte erano dotate di beni, costituiti da lasciti e donazioni, di cui, da più parti, si sollecitava la trascrizione in inventari, o platee. Addirittura, in una recente disposizione, la Curia vescovile ne aveva introdotto l’obbliga-torietà.

Un inventario era stato fatto nel 1627 per i possedimenti della cappella di Maria Santissima della Consolazione, ma questo era rimasto un caso isolato. Per le altre, che fondavano i propri diritti su registrazioni frammentarie, ora che l’entità dei beni si era fatta considerevole, si prospettavano seri rischi di malintesi e di confusioni.

Il 20 aprile 1719, in luogo pubblico detto la Croce presso il ponte della porta di Napoli, fu redatto l’inventario dei beni della cappella del Corpo di Cristo che risultò possedere, fra l’altro, un appezzamento di terreno in località Le Calcare, il quale, confinando con i beni della SS.ma Annunziata di Torella, con quelli della SS.ma Annunziata di Gesualdo nonché col fiume Fredane5, indica tale luogo compreso fra le odierne Cesinelle e Scorzagalline, e non invece, come equivocato dal reverendo Giuseppe De Rienzo, ubicato nei pressi dell’attuale piazza IV Novembre dove, alle spalle dell’abitato che fiancheggia la sottostante strada statale, una zona limitata prese il nome di la calcara dell’Angelo, essendovi stata attiva per un certo periodo di tempo una fornace per la cottura della pietra calcarea.

Il 27 aprile 1719, per mano del notaio Niccolò Piccarino, fu compilato anche il frumentario1, o inventario, dei beni della cappella di Santa Monica, di cui era procuratore il reverendo Don Donato Mastrominico2.

Nel mese di ottobre del 1718 erano stati eletti i nuovi procuratori per l’amministrazione della cappella del Santissimo Rosario. Nell’anno successivo, da questi stessi Amministratori consideratosi non aver la Cappella una pubblica platea de’ suoi beni, per dilei cautela proccuraron che si facesse con pubblic’autorità3.

Particolarmente dotata risultò questa, annoverando fra i suoi beni possedimenti alla Costa della Pila in contrada Casale, all’Acqua Nocelle, e alle Padule, nonché nelle contrade di Baruassano, oggi detta Barbassano, di Serruni, di Graffura e di Selice. Quest’ultima, confinando coi beni di Santa Margherita di Poppano, si colloca nella zona dell’odierna contrada Calore. La cappella aveva, inoltre, proprietà in Torano, presso il Fredane, località che derivava la propria denominazione dall’omonima, contigua contrada della terra di Fontanarosa4.

In ossequio alle disposizioni della Curia vescovile, in tal senso dovette similmente operare il clero della chiesa maggiore. L’inventario fu redatto il 22 giugno 1720, in pubblica adunanza, dinanzi alla casa del reverendo Antonio Petruzziello, in loco detto lo Burgo di Santo Vito.

Il documento, che per esigenze di brevità si riporta in stralcio, riveste notevole importanza in quanto dà la misura, ad un secolo dalla loro dismissione, degli ingenti patrimoni accumulati dalle chiese, e nel contempo rappresenta nelle sue svariate denominazioni la quasi totalità del territorio di Paterno:

Università di Paterno: L’Università di d.ta (detta) terra di Paterno, e x (per) essa li Eletti e Sindico della medesima, p.nti (presenti) e futuri, pagano ogn’anno, e in ogni mese di agosto annuo censo redemibile (riscattabile), annui docati dodeci e carlini sei al R.ndo (Reverendo) Clero; Dietro Corte: R.ndo Clero possiede uno territorio seminativo di capacità di t.la (tomoli) tre, e mezze , con molti albori di olive; Dietro Corte: R.ndo Clero possiede una casa consistente in quindeci membri sp.ni, e mezzani (quindici locali fuori terra -soprani-, e seminterrati), e con cellaro, e con grotta dentro, sita e posta d.ta casa in d.ta t.ra dove se dice Dietro Corte, prossima alla piazza, confinata da avanti, uno lato e dietro via Publica; Dietro Corte: R.ndo Clero possiede uno orto, con alcuni albori di olive, e fico dentro, di capacità di nove misure5 in circa; Porta di Napoli: R.ndo Clero possiede uno casaleno mezzanile6

diruto dove se dice la Porta di Napoli; Porta di Napoli: R.ndo Clero possiede uno altro casaleno diruto dove se dice la Porta di Napoli; Campanaro: R.ndo Clero possiede l’aere, o aria (superficie) di una casa diruta, sita in d.ta t.ra proprio al largo sotto il Campanaro7; Campanaro: uno sottano sito in d.o loco d.o il largo del Campanaro, sotto la casa del Dr. Sig. Gaetano stefanellis; Campanaro: una casa consistente in uno soprano, e la metà di uno sottano, e con grotta dentro, nel loco d.o il largo del Campanaro; La Piazza: una casa consistente in più membri soprani e sottani, e con grotta dentro, sita dove se dice la Piazza; Ruva da sotto la Piazza: una casa consistente in più membri soprani, e sottani, e con grotta, sita a la Ruva sotto la Piazza, d.a anticamente la Ruva dell’Inchiostro, seu (oppure) delli Brida, confinata da dietro via Publica, detta Dietro Corte; La Piazza: una casa consistente in tre membri uno soprano, uno mezzano, et uno sottano, confinata da sotto e da avanti via Publica, e da sopra con li sig. Rossi; La Piazza: una casa consistente in quattro membri, ciò è una torretta con sottano, et una camera con sottano, confinata da dietro la casa del Dr. Sig. Alberto Rossi e suo fratello, avanti la Piazza; La Piazza: R.ndo Clero possiede uno casaleno diruto, dove se dice la Piazza, confinato da sopra la casa che possiede Marco Maffeo impiegato delli Sig. Rossi, da uno lato Francesco di Palma, dal altro lato Paulo Gentile; La Piazza: una casa consistente in una camera sopra, et uno sottano, confinata davanti la via Publica, e da dietro, e da sotto la casa del Dr. Sig. Nicolò di Geronimo; La Torre: una camera soprana, sita dove se dice la Torre, confinata da uno, e l’altro e sotto l’eredi del Sig. Marco Petruzziello, e da avanti via Publica; La Torre:Una casa consistente in quattro membri, uno soprano, e tre sottani, con grotta dentro, dove se dice la Torre, detto dasotto anticamente il Vico confinata con Giuseppe Zoina e con Zoina da dietro, dal altro lato Giuseppe Iannuzzo, e da avanti e dalla parte de dietro da sotto via Publica; La Torre: una casa consistente in quattro membri due soprani, e due sottani, sita dove se dice la Torre, confinata da avanti via Publica; La Doana: R.ndo Clero possiede uno casaleno mezzanile, quasi diruto, sito dove se dice la Doana (Dogana), confinato da dietro il cortile del Dr. Carlo Mastrominico, avanti via Publica, sopra e sotto li fratelli de Martini; Ruva dello Furno: Sig. Carlo Mastrominico paga ogn’anno, e in ogni mese di agosto di annuo censo docati sette e carlini due al R.ndo Clero, per prestiti per cui è stata posta ippoteca su una casa palatiata1, consistente in più membri soprani, mezzani, sottani e con cortile, sita dove se dice la Ruva dello Furno2, confinata da avanti e da sotto via Publica, da uno lato la casa e cortile del Dr. Giuseppe de Martino, che fù di Massenzio Grasso, dal altro lato de’ fratelli de Martini; Nocelleta: ripotecato uno territorio seminativo, di capacità di tomola cinque in circa, sito dove se dice la Nocelleta; Ruva dello Furno: d.o R.ndo Clero possiede uno casaleno diruto, sito dove se dice la Ruva dello Furno, confinata davanti via Publica, da uno lato il Dr. Giuseppe de Martino, dal altro lato la Sacrestia di d.a Maggiore Chiesa; Ruva della Carnalia: Gli eredi di Tomaso de Martino pagano al R.ndo Clero carlini dieci nove di rendito sulla parte di casa, consistente in due camere, una soprana e una sottana, sita dove se dice la Ruva della Carnalia3, confinata colla Maggiore Chiesa, seu Cappella del SS.mo Corpo di Cristo da uno, e l’altro lato li beni e case d’essi Signori de Martini, da avanti anco il cortile dell’istessi Signori de Martini; Acqua delli Frangi: in più altri carlini dieci nove pagano su uno terreno consistente in tomola quattro seminativo, sito dove se dice l’Acqua delli Frangi; La Selice: di più essi de Martini pagano ogn’anno tomola uno, e mezzo di grano per il territorio posseduto da essi de Martini nel loco dove se dice la Selice, seminativo con piedi d’olive, e cerque (querce), di capacità di tomola tre in circa; L’Acqua delli Frangi: di più essi de Martini pagano di rendito ogn’anno altre tomola due di grano per il territorio che se possiede da essi, sito dove se dice lo fosso all’Acqua delli Frangi1, confina da sotto la via che và alla fontana dell’Acqua delli Frangi, da uno lato la via Pubblica, e dal altro lato li beni dell’istessi de Martini; L’Acqua delli Frangi: uno territorio seminativo, con molti albori fruttifari dentro, di capacità di tre mezzi quarti, sito dove se dice l’Acqua delli Frangi, che possiede D. Giacomo Cuoci, e ne paga ogn’anno di annuo canone carlini dodeci al R.ndo Clero; L’Acqua delli Frangi: uno campo con vigna, e molti albori fruttifari, e con casaleno contiguo, se possiede dal R.ndo D. Giacomo Cuoci, e rende ogn’anno grana dodeci e mezzo al Clero; L’Acqua delli Frangi: uno orto di capacità di una misura in circa, tenuto da D. Giacomo Cuoci; L’Acqua delli Frangi: una casa terragna (a piano terra), consistente in due membri, confinata da due lati via Publica; L’Acqua delli Frangi: uno campo di capacità di uno quarto in circa, sito à l’Acqua delli Frangi; L’Acqua delli Frangi: una casa consistente in tre membri, uno soprano, due sottani, e con chiazzale (aia), confinata i de Martini, Amato di Blasi et altri; Lo Pescone: uno orto con piedi di olive, e fico dentro, di capacità di una misura in circa, alla Inchianata dello Pescone; Lo Pescone: uno orto di capacità di tre misure in circa, alla Inchianata dello Pescone, confinato la via Publica e beni delle varie Cappelle; Lo Pescone: insieme possiede uno orto, di capacità di uno quarto in circa, alla Inchianata dello Pescone; Lo Pescone: detto Clero possiede uno orticello, di capacità di una misura in circa, dove se dice lo Pescone; Lo Pescone: una casa consistente in due membri uno soprano, et uno sottano, con orto contiguo; Lo Pescone: una casa consistente in due membri uno soprano, et uno sottano, con grotta dentro, e con orto contiguo, e con molti albori fruttifari dentro; Lo Pescone: una casa consistente in quattro membri due soprani, e due sottani, confinata via Publica, e sotto via vicinale, e i beni di Francesco e Gaetano dello Grieco e Biaggio di Amato; La Porta: uno sottano alla Porta, sotto il palazzo delli Sig.ri de Martini; La Porta: il R.ndo D. Biaggio di Amato paga ogn’anno di censo annui carlini venti, e grana otto al Clero, quale prezzo di docati venti sei, con ippoteca sulla propria casa dove se dice la Porta, sotto il palazzo delli fratelli de Martini; La Porta: Giuseppe Zoina paga ogn’anno, di censo carlini sei al R.ndo Clero, x capitale di docati sette, e mezzo, con il patto affrancandi uno suo sottano sito alla Porta; La Porta: d.o Clero possiede, in comune con S.to Francesco, uno orto di capacità di uno quarto in circa, da sotto il Giardino grande delli fratelli de Martini; La Porta: Nicola Curcio paga di censo carlini venti otto al Clero, per due capitali di docati trenta cinque, con il patto affrancandi di una casa consistente in più membri soprani, e sottani, con orto contiguo, siti dove se dice la Porta, prossima alla croce vicina alla Porta di Napoli2; S.to Vito: il R.ndo D. Antonio Petruzziello paga di censo annui carlini sedeci al Clero, per prezzo di docati venti, con il patto affrancandi due camere con orticello contiguo nel Burgo di S.to Vito3; S.to Vito: il R.ndo Clero possiede una casa consistente in due membri, uno soprano e uno sottano, sita al Burgo di S.to Vito; S.to Vito: il R.ndo Clero possiede uno orticello divolutoli sito dove se dice il Burgo di S.to Vito; S.to Vito: il R.ndo Giuseppe di Amato paga di censo annui carlini quattro al Clero, per prezzo di docati cinque, con il patto affrancandi di una casa et orto contigui siti al Burgo di S.to Vito; S.to Vito: uno orto con piedi di olive, et albori fruttifari dentro, di capacità di una misura in circa, sito al Burgo di S.to Vito; S.to Vito: una casa consistente in tre membri due soprani, et uno sottano, sita al Burgo di S.to Vito prossima al Vico dello Pescone; S.to Vito: una casa palatiata consistente in più membri soprani con sala, e camere, mezzani, con trappeto (frantoio) di olive, et altri sottani, con cortile, con altra casa separata d’altro cortile, consistente in soprani, e sottani, e con grotta dentro, e con orto contiguo con molti albori fruttifari dentro, di capacità di uno quarto in circa, sita al Burgo di S.to Vito, confinata da avanti via Publica, la possiede Camillo, e Michele de Matthia e pagano annuo canone docati dodeci1; S.to Vito: una casa consistente in soprani, sottani et orto contiguo, di capacità di mezzo tomolo in circa, confina da uno lato e da sotto via Publica, dal altro lato li beni del Dr. Gaetano Stefanellis, e da sopra via vicinale, se possedeva dalli Sig.ri de Matthia, quale casa, et orto, si possedeno da Nicola e Ciriaco Braccio, figli et eredi di Carlo Braccio, e rendono ogn’anno al Clero annue grana dieci, conformemente appare nel antico strumento2; S.to Vito: detti de Braccio pagano annuo censo carlini venti quattro al Clero, con il patto affrancandi, per rendita et uso di detta casa con orto, come da strumento di Gio: Camillo Litio nel anno 1647; S.to Angelo: come anco uno territorio delli medesimi de Braccio di capacità di tomola tre, e mezze in circa, con vigna, e molti albori fruttifari, con pozzo e massaria dentro, sito à S.to Angelo3, loco detto antiquamente Le Borrelle, e continuano a pagare carlini venti; S.to Angelo: R.ndo Clero possiede uno orto di capacità di tre misure in circa, sito à S.to Angelo, lo tiene ad affitto Domenico di Natale Zollo; S.to Angelo: R.ndo Clero possiede uno orticello di una misura in circa, lo tiene ad affitto D. Giuseppe di Palma; S.to Angelo: uno orto di capacità di una misura in circa, lo tiene Angelo Zoina per grana dieci annui; S.to Angelo: una casa consistente in quattro membri due soprani, e due sottani, quale casa se possiede Carmino di Amato, e rende ogn’anno carlini due; S.to Angelo: d.o R.ndo Clero possiede uno orto di capacità di uno quarto in circa, se tiene ad affitto da Gaetano Stefanellis e ne paga l’anno d’affitto carlini 0,25; S.to Angelo: il R.ndo D. Francesco de Martino paga ogn’anno censo annuo carlini trenta nove, e grana due al R.ndo Clero, con il patto affrancandi, per uno territorio seminativo di tomola tre in circa, sito à S.to Angelo prossimo alla Fontana delli Gautuni; Fontana delli Gautuni: uno orto con molti albori di olive, et albori fruttifari alborato, di capacità di mezzo tomolo in circa, confinato con il Beneficio di S.to Leonardo, con il Beneficio del Purgatorio e da sopra via Publica, seu da fontana, se tiene per il Sig. Carlo Rossi e si vede nel antico strumento che rende carlini due; Le Taverne: uno orto e con molti albori d’olive, et altri fruttifari alborato, di capacità di uno quarto in circa, sito dove se dicono le Taverne, seu da sotto le fosse1, rende grana dodeci, e mezze; Le Taverne: uno orto di capacità di tre misure in circa, con piedi di olive, sito dove se dicono le Taverne da sotto le fosse, e rende grana dodeci, e mezze; Le Taverne: Angelo Palermo, et altri suoi fratelli, e sorelle pagano al R.ndo Clero di censo annui carlini sedeci, per apitale di docati venti su rendite dei loro beni, e specialmente uno orto e la loro casa consistente in diversi membri soprani, e sottani, sita dove se dicono le Taverne da sotto le fosse; Le Taverne: D. Giuseppe de Rienzo paga di censo docati annui cinque, e mezzo al R.ndo Clero per prezzo di docati sessanta nove, per rendite di tutti li suoi beni e specialmente una casa di esso consistente in più membri soprani, e sottani, e con grotta, sita dove se dicono le Taverne; Le Taverne: una casa consistente in due membri uno soprano, et uno sottano, dove se dicono le Taverne, tale casa se possiede da Nicola, et altri fratelli de Rienzo, e ne pagano carlini venti; Le Taverne: una casa consistente in quattro membri due soprani, e due sottani con grotta, alle Taverne da sopra le fosse2, rende ogn’anno carlini due; Lo Pennino: una casa consistente in tre membri soprani, e sottani, sita allo Pennino della Fontana, prossima alle Taverne alle fosse, quale casa se possiede per Nicola Tecce, e Catarina de Blasi coniugi e rende carlini due; Lo Pennino: una casa di due membri uno soprano, et uno sottano con grotta dentro, sita allo Pennino della Fontana, se possiede da Margarita de Martino, e Giuseppe Caluano e ne pagano annuo canone carlini dieci; Lo Pennino: una casa di due membri uno soprano, et uno sottano, sita allo Pennino della Fontana, quale casa se possiede da Prisco di Amato e rende ogn’anno grana venti due; Lo Pennino: una casa consistente in due membri uno soprano, et uno sottano sita allo Pennino della Fontana, se possiede da Angela Mastromarino, e Sabato di Amato coniugi, rende ogn’anno grana dodeci, e mezze; Lo Pennino: uno casaleno sito allo Pennino della Fontana, se possiede da Sigismondo, Stefano, e Ciriaco Mastromarino che pagano carlini due; Lo Pennino: uno orto di capacità di mezzo tomolo in circa, con molti albori di olive, sito allo Pennino della Fontana, confinato da sopra via vicinale, da avanti con la Ruva delli Litij, seu delle Rose, la possiede Giuseppe Cuoco per grana tre; Lo Pennino: una casa consistente in due membri uno soprano, et uno sottano, sita allo Pennino della Fontana, la possiede Domenico Brida e ne paga carlini dieci; Lo Pennino: Folippo Mastrojacono paga di censo annui carlini tre, e mezzo per una casa consistente in tre membri due soprani, et uno sottano, con uno casaleno contiguo, sito allo Pennino della Fontana; Lo Pennino: uno orto con molti albori di olive dentro, di capacità di mezzo tomolo in circa, sito allo Pennino della Fontana, se possiede da Ciriaco Petruzziello e ne paga carlini venti tre; Lo Pennino: Antonio dello grieco paga ogn’anno di censo annui carlini otto per rendite di una casa, con orticello contiguo, consistente la casa in due membri, sita allo Pennino della Fontana; Lo Pennino: Folippo di Adesa, e Sigismondo Mastromarino pagano di censo annui carlini otto per una loro casa dotale, con orticello contiguo, sito allo Pennino della Fontana, consistente in due membri uno soprano, uno sottano con grotta; Lo Pennino: una casa consistente in tre membri due soprani, et uno sottano, sita allo Pennino della Fontana; Lo Pennino: uno orto di capacità di uno quarto in circa, sito allo Pennino della Fontana; Lo Pennino: una casa consistente in due membri uno soprano, et uno sottano, con orticello contiguo, sita allo Pennino, sita alla Ruva delli Litij, detta anticamente delle Rose, confinata avanti via vicinale, da uno lato li beni del Beneficio di Santa Maria delle Grazie alla Croce, quali casa con orto se possedeno da Carlo Antonio Grasso, e sue sorelle, e ne pagano ogn’anno carlini trenta cinque; Lo Pennino: una casa sottana con grotta dentro, sita allo Pennino della Fontana, quale casa sottana se possiede dal Sig. Arciprete D. Giuseppe de Rienzo e da esso assignata in dote ad Angelo Tono suo cognato, e ne paga annuo canone carlini quattro; Lo Pennino: Ambrogio Petruzziello paga di censo annui carlini sette, e mezzo, per prezzo di docati undeci, per la comprata di uno casaleno, con orticello contiguo, quale casaleno esso Ambrogio l’ha ridotto in casa consistente in più membri soprani, e sottani, con uno orticello contiguo e con furno, siti allo Pennino della Fontana; Lo Pennino: una casa consistente in quattro membri due soprani, e due sottani, con grotta, sita allo Pennino della Fontana, quale casa se possiede da Ambrogio Petruzziello e ne paga docati quattro; Lo Pennino: una casa sottana allo Pennino della Fontana, se possiede da Gio: Gallo, e Giovanna Petruzziello sua suocera, e ne pagano carlini dodeci; Lo Pennino: una casa terragna, con furno dentro, sita allo Pennino della Fontana, confinata da sotto la Chiesa di S.to Sabastiano, da dietro l’ornara1, se possiede dalla Cappella della SS.ma Annunziata, rende ogn’anno, conformemente al suo antico strumento, grana quattro; S.to Sabastiano: Francesco Grasso, et Apollonia Corrado sua moglie pagano ogn’anno di censo annuo carlini sei, per una casa consistente in due membri uno soprano, et uno sottano, sita allo vico di S.to Sabastiano, confinata da uno lato l’ornara; S.to Sabastiano: Antonio di Amato paga ogn’anno annui docati quattro, e carlini otto di censo, per rendite di tutti li suoi beni e specialmente di una casa consistente in quattro membri due soprani, e due sottani, con grotta dentro, sita allo vico di S.to Sabastiano; S.to Sabastiano: uno orticello con albori fruttifari dentro, di capacità di misure quattro in circa, sito allo vico di S.to Sabastiano da sotto, rende carlini dieci; S.to Sabastiano: Ciriaco di Matthia, et Anna Grasso sua moglie, con altri fratelli, e figli del q.m (defunto) Tomaso Grasso pagano di censo annui carlini dieci, e grana cinque per frutti e rendite di una loro casa consistente in due membri uno soprano, et uno sottano, sita allo vico di S.to Sabastiano; S.to Andrea: uno loro territorio seminativo di capacità di tomola quattro in circa, sito a S.to Andrea; La Torre: Carlo di Sandolo paga ogn’anno di censo annui carlini sette, e mezzo, per rendite di una casa in più membri soprani, e sottani, sita alla Torre, confinata avanti e dietro via Publica; La Torre: il R.ndo D. Francesco Piccarino, come possessore dell’eredità dell’Arciprete D. Giuseppe Piccarino, paga di censo annui docati sette per rendite e frutti di tutti li beni, e di uno orto di capacità di tre mezzi quarti in circa, e con albori fruttifari dentro, sito alla Torre da sotto; Lo Canalicchio: uno territorio parte seminativo e parte ammacchiato con albori di cerri, e cerque alborato, sito dove se dice lo Canalicchio a Fredano, confinato da il vallone, da sotto il fiume Fredano; La Serra: un’altro territorio seminativo, con albori di olive, e cerque alborato, di capacità di tomola quattro in circa, sito dove se dice la Serra; La Croce: un’altro territorio seminativo, e con albori di olive, et altri fruttifari alborato, di capacità di tomola tre, e mezze in circa, sito alla Croce; La Croce: R.ndo Clero tiene e possiede uno orticello di una misura scarsa, sito alla Croce; La Croce: una casa consistente in quattro membri due soprani, e due sottani, con un poco di orticello contiguo, se tiene da Nicolò Piccarino, e paga ogn’anno carlini dieci; La Croce: Antonio di Petruzzo paga ogn’anno di censo annuo carlini quattro per una casa consistente in due membri uno soprano, uno sottano, con orto contiguo, sita alla Croce; La Croce: R.ndo Clero tiene e possiede uno campitiello, con alcuni albori fruttifari dentro, di capacità di uno quarto in circa, sito alla Croce, confinato da uno lato li beni del Beneficio di S.ta Maria delle Gratie alla Croce, da sotto via vicinale, lo tiene ad affitto Antonio della Terzza1; La Croce: Nicola Beneventano paga ogn’anno di censo annui carlini sei, e grana sei, e mezze, con il patto affrancandi, per una sua casa consistente in due membri uno soprano, et uno sottano, quale esso Nicola lo comprò casaleno, sita alla Croce; La Croce: Domenico di Lelio Petruzziello, e Maria di Blasi sua moglie pagano di censo annui carlini nove, quale censo antico sopra una loro vigna dotale, con territorio seminativo, di capacità di tomolo uno, e mezzo, et uno quarto in circa, sita alla Croce; La Croce: Martino Gentile paga di censo annui carlini dieci sopra una sua vigna di vite latine, e con molti albori fruttifari alborata, sita dove se dice la Croce; La Croce: R.ndo Clero tiene, e possiede uno campetiello, e con alcuni piedi di olive dentro, di capacità di misure quattro in circa, sito alla Croce; La Croce: uno territorio seminativo, e con alcuni albori fruttifari alborato, di capacità di tomola sei in circa, sito dove se dice la Croce alla Chiocca di D. Carlo2, se possiede da Nicola, e figli di Marco Petruzziello, che pagano annuo canone carlini quindici; Terra di Nuzzolo: uno campo con molti albori fruttifari alborato, di capacità di tomola tre in circa, sito in d.a terra, e propriamente à Terra di Nuzzolo3, se possiede da Carlo di Sandolo e ne paga di annuo canone carlini venti cinque; La Croce: R.ndo Clero tiene, e possiede uno orticello, che comune et indeviso con la Cappella del SS.mo Rosario, con due piedi di olive dentro, di capacità di una misura scarsa, sito alla Croce, se tiene in affitto da Nunzio Cuoco; La Croce: Ciriaco Brida, e Nicola Brida suo fratello, pagano di censo annui carlini quattordeci, e grana sette, per rendite di una loro vigna, con territorio seminativo contiguo, di capacità di tomolo uno, e mezzo, sita alla Croce; Li Capuani: uno campo con un piede di castagnio dentro, di capacità di tomolo uno in circa, sito alli Capuani, Alberto Rossi che tiene detto campo, detto anticamente lo campo dell’arena, ad affitto perpetuo, ne paga di annuo canone carlini quattro; Li Capuani: un’altro campo, con albori di olive, e castagne, et altri fruttifari alborato, di capacità di tomola due, e mezze, sito alli Capuani, Alberto Rossi se possiede et appare nel antico strumento che rende ogn’anno grana quindeci; Li Capuani: R.ndo Clero tiene, e possiede uno campo, e con alcuni albori fruttifari dentro, di capacità di tomolo uno in circa, sito alli Capuani, che fù del Sig. Giuseppe Zarri; Li Capuani: una vigna di vite latine, e con molti albori fruttifari alborata, di capacità di tomola tre in circa, rende al R.ndo Clero carlini quindeci; Li Capuani: Uno territorio seminativo, e con molti albori fruttifari alborato, di capacità di tomola quattro in circa, sito alli Capuani, seu alla Piscara1, se possiede da Giuseppe dello Cuoco, e suo fratello, e ne pagano annuo canone carlini quattordeci; La Piscara: uno territorio seminativo, e con molti albori fruttifari alborato, di capacità di tomola quattro in circa, sito alla Piscara, se possiede da Francesco Salierno che ne paga di annuo canone carlini sei; La Piscara: uno territorio seminativo, et ammacchiato, e con albori di cerri, e cerque alborato, di capacità di tomola quattro in circa, confinato sotto il vallone della Piscara, se tiene da Francesco Salierno e ne paga carlini dieci; Lo Torrone: uno territorio seminativo, e con alcuni albori di cerri dentro, di capacità di tomola sei in circa, sito dove se dice lo Torrone2, confinato da sotto il fiume Fredano, dal uno, e l’altro lato la via Publica, quale territorio se tiene da Carlo di Giuseppe di Blasi, che lo tiene ad affitto e ne paga l’anno tomolo uno di grano; Lo Torrone: uno territorio seminativo, di capacità di tomola tre in circa, sito allo Torrone, se tiene da Alberto Rossi, e rende al R.ndo Clero carlini tre; Lo Torrone: uno territorio seminativo di capacità di tomola sette in circa, sito nelle pertinenze di Giesualdo, e propriamente dove se dice lo Torrone, detto l’Isca3

delli Zermuni, confinato da sotto il fiume Fredano, da uno lato il vallone, se tiene da Alberto Rossi e si vede nel antico strumento che rende tomolo uno di grano; Lo Torrone: Nicolò di Geronimo paga di censo annui carlini otto al R.ndo Clero, quali rendite di uno suo territorio seminativo, e con albori fruttifari alborato, di capacità di tomola cinque in circa, sito dove se dice lo Torrone, confinato da sotto il fiume Fredano; La Matina: Nicolò di Geronimo paga di censo annui carlini trenta, per rendite di uno suo territorio feudale, parte seminativo e parte ammacchiato, e con albori di cerri, e cerque, di capacità di tomola trenta in circa, sito dove se dice la Matina4; La Matina: R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio seminativo, e con albori di cerri alborato, di capacità di tomola trenta in circa, sito dove se dice la Matina, per revele (rivelazioni) fatte da molti cittadini se tiene dal R.ndo D. Biaggio di Amato, che lo tiene ad affitto e ne paga tomola sei di grano; Lo Piano: R.ndo Clero tiene, e possiede una vigna, con territorio seminativo contiguo, e con molti albori fruttifari alborato, di capacità di tomola tre in circa, sita alla Streppa allo Piano5se tiene ad affitto da Francesco di Sandolo, e ne paga l’anno carlini tre; Lo Piano: una vigna con territorio seminativo contiguo, e con albori fruttifari alborato, di capacità di tomolo uno, et uno quarto, e si vede nel antico strumento che rende grana cinque; Lo Piano: Domenico, e Lorenzo di Lelio Petruzziello pagano ogn’anno di censo annui carlini otto, con il patto affrancandi, sopra le rendite di uno loro territorio seminativo, di capacità di tre quarti in circa, sito allo Piano; Lo Piano: uno territorio seminativo, e con alcuni albori fruttifari alborato, di capacità di tomolo uno in circa, sito allo Piano, se possiede da Mastro Angelo Marra, e ne paga ogn’anno carlini dodeci; Lo Piano: uno territorio seminativo, e con albori fruttifari alborato, di capacità di tomola tre in circa, sito allo Piano, confinato da sopra li beni del Beneficio di S.ta Maria delle Grazie allo Piano, se possiede da Alberto Rossi, et appare nel antico strumento che rende carlini sette, e mezzo; Lo Piano: Domenico Sara, e Antonio, Lorenzo, e Nicola Sara suoi nepoti, pagano di censo annui docati cinque, e grana otto su rendite, et usufrutti di tutti loro beni, e specialmente sopra una loro casa in più membri consistente sita a S.to Francesco, come anco uno loro territorio con vigna, di capacità di tomola dodeci, sito allo Piano; Lo Piano: Domenico Modestino paga ogn’anno di censo annui carlini venti due, e grana quattro, sopra rendito di una vigna, e territorio seminativo contiguo, di capacità di tomola tre in circa, sita allo Piano; Lo Piano: Carlo dello Guoro, e Giuseppe, et Oratio dello Guoro suoi nepoti, pagano ogn’anno di censo annui carlini sei, e grana tre, sopra le rendite di uno loro territorio seminativo, che è fra essi comune, di capacità di tomolo uno, et uno quarto in circa, sito e posto allo Piano; Lo Piano: uno territorio seminativo, di capacità di tomola due in circa, sito allo Piano, se possiede da Nicola di Marco Petruzziello, e suoi fratelli, e suoi cognati, e ne pagano annuo canone carlini sette; Lo Piano: uno territorio vignato, e con molti albori fruttifari alborato, di capacità di tomolo uno in circa, sito e posto allo Piano, che tiene ad affitto Angelo Russo, e ne paga di annuo canone carlini quattro; Lo Piano: uno territorio seminativo, e con vigna dentro, e con molti albori fruttifari alborato, di capacità di tomola quattro in circa, sito allo Piano, se possiede dal R.ndo D. Giacomo Cuoci, e dal medesimo concesso a Giacchino, e Domenico Iuorio, et esso D. Giacomo ne paga di annuo canone carlini venti cinque; Lo Piano: R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio seminativo, di capacità di tomolo uno in circa, sito allo Piano e proprio loco detto la Chiocca di Ierentino1, lo tiene Antonio Salierno e ne paga l’anno quindeci misure di grano; Lo Ponte: R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio ammacchiato, di capacità di tomola quattro in circa, sito e posto allo Ponte2, seu la Pezzella; " "La Pezzella: uno territorio seminativo, et ammacchiato, di capacità di tomola quindeci in circa, sito dove se dice la Pezzella, confinato da sotto il fiume Fredano, quale territorio se tiene, e possiede da Folippo Mastrojacono, e Domenico Brida, che rende ogn’anno grana quindeci; L’Orticelle: uno territorio seminativo, et ammacchiato, et albori fruttifari alborato, di capacità di tomola sette in circa, dove se dicono l’Orticelle3, confinato da sotto il fiume Fredano, quale territorio se tiene, e possiede da Domenico, e Francesco di Petruzzo, che rende ogn’anno grana dieci; L’Orticelle: uno territorio seminativo, e con molti albori fruttifari alborato, di capacità di tomola undeci in circa, sito dove se dicono l’Orticelle, confinato da sotto il fiume Fredano, se tiene da Sabastiano di Luca di Fontanarosa, che rende ogn’anno carlini due; L’Orticella: uno territorio seminativo, di capacità di tomola quattro in circa, sito all’Orticella, confinato da sotto il fiume Fredano, se tiene, e possiede da Carlo di Prisco, e Prisco di Amato, che rende ogn’anno grana dieci; L’Orticelle: uno territorio ammacchiato, di capacità di tomola quattro in circa, sito all’Orticelle, confinato da sotto il fiume Fredano, se tiene dalla Cappella della SS.ma Annunziata, e rende ogn’anno, come si vede nel antico strumento, grana tre; La Sala: d.o R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio parte seminativo, e parte ammacchiato, e con albori di cerri, cerque e castagne, et altri fruttifari alborato, di capacità di tomola ottanta in circa, sito e posto alla Sala, che cala per la Pezzella, per infino al fiume Fredano, che confina da sotto, l’Arciprete e Vincenzo Zoina, che ne tengono ad affitto parte del d.o territorio e ciò è il seminativo, ne pagano l’Arciprete tomola sei di grano, e Vincenzo Zoina tomola quattro di grano; La Sala: d.o R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio seminativo, di capacità di tomola due, e mezze in circa, sito alla Sala, lo tiene ad affitto Nicola Elisabetta, e ne paga quarant’una misura di grano; La Sala: uno territorio seminativo, e con molti albori fruttifari alborato, di capacità di tomolo uno, e mezzo in circa, sito dove se dice la Sala, se tiene, e possiede da Angelo Tono, e ne paga ogn’anno canone carlini dodeci; La Sala: uno territorio seminativo, di capacità di tomolo uno in circa, sito dove se dice la Sala, quale territorio se tiene, e possiede da Francesco di Petruzzo, e rende ogn’anno grana dodeci, e mezze; La Sala: d.o R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio seminativo, et ammacchiato, e con albori di cerque alborato, di capacità di tomola otto in circa, sito alla Sala, che possiede Ambrogio Petruzziello, lo tiene ad affitto, e ne paga l’anno tomola tre di grano; La Sala: un’altro territorio ammacchiato al medesimo loco detto, di capacità di tomola due in circa, sito alla Sala, però vaco; La Sala: un’altro territorio ammacchiato, di capacità di tomola due, e mezze in circa, sito dove se dice la Sala, però vaco; La Corneta: d.o R.ndo Clero tiene anco un’altro territorio ammacchiato, di capacità di tomola quattro in circa, ciò è solo tre secondo l’antico strumento, sito alla Sala, e proprio alla Corneta; S.to Felice: il R.ndo Arciprete D. Giuseppe de Rienzo paga ogn’anno di censo annui carlini venti uno, e grana sei, sopra rendite di una sua vigna di vite latine, e con molti albori fruttifari, di capacità di tomola due in circa, sita à S.to Felice; S.to Felice: Ciriaco, e Carmino Mastrojacono pagano ogn’anno di censo annui carlini otto, sopra rendite e frutti di una loro casa sita allo Pennino della Fontana, e sopra rendite e frutti di una loro vigna di vite latine, e con territorio seminativo contiguo, di capacità di tomola tre in circa, sita à S.to Felice; S.to Felice: Ciriaco di Domenico Modestino paga di censo annui carlini nove sopra rendite, e frutti di uno suo territorio seminativo, e con molti albori fruttifari alborato, di capacità di tomola quattordeci in circa, sito e posto à S.to Felice; S.to Felice: uno territorio seminativo, di capacità di tomolo uno in circa, sito à S.to Felice, se tiene, e possiede Carmine Cuoco, e ne paga di annuo canone tomolo uno di grano; Lo Macchione: uno territorio seminativo, di capacità di mezzo tomolo in circa, sito dove se dice lo Macchione1, se tiene Alessandro Ferraro, e ne paga annuo canone carlini sette, e mezzo; Lo Macchione: uno territorio seminativo, consistente in tre lenze (fasce), che furno di Nicola Palermo, Carlo di Sandolo, e l’eredi di Carlo Modestino, di capacità di tomola due, e mezze in circa, sito allo Macchione, se tengono e possedeno da Alessandro Ferraro, e rende, o rendono ogn’anno grana quindeci; Lo Macchione: uno territorio seminativo, di capacità di tomolo uno in circa, sito allo Macchione, se tiene da Domenico Antonio Marriello, e rende ogn’anno grana dieci; L’Acquara: una vigna di vite latine, con territorio seminativo contiguo, di capacità di tomolo uno, e mezzo in circa, sito alle Padule2 all’Acquara, quale vigna se possiede da Angelo Tono, e ne paga carlini dodeci di annuo canone;

L’Acquara: uno campo, o territorio seminativo, di tomola due in circa, sito all’Acquara, confinato da sopra via Publica, da sotto li beni della Chiesa Maggiore di S.to Nicolò, detto la Pezza1, quale campo se possiede da Francesco, Ciriaco, e Biaggio Giutio, e ne pagano di annuo canone carlini quindeci;

L’Acquara: uno territorio seminativo, e con albori fruttifari dentro, detto la Pezza, di capacità di tomola dieci in circa, confinato da sotto d.a fontana dell’Acquara et altri confini, quale territorio se tiene, e possiede da Carmine Cuoco, e ne paga di annuo canone docati tredeci; L’Acquara: il Dr. Sig. Gaetano Stefanellis paga di censo annuo carlini dieci, sopra rendite e frutti di uno suo orto di capacità di tomola due, e mezze in circa, sito all’Acquara; L’Acquara: uno campetiello di uno quarto in circa, sito all’Acquara; L’Acquara: un’altro campetiello di uno quarto in circa; L’Acquara: un’altro campo, con albori fruttifari dentro, di capacità di tomolo uno in circa, sito all’Acquara, Tomaso, e Giuseppe Rosanio, possedeno essi fratelli tre lenze, e ne pagano di annuo canone carlini dodeci; L’Acquara: uno territorio seminativo, di capacità di tomola due in circa, sito all’Acquara, Angela Rossi possiede d.o territorio, e rende ogn’anno grana dodeci, e mezze; L’Acquara: uno territorio seminativo, con albori fruttifari dentro, di capacità di tomola due in circa, sito all’Acquara, se tiene dagli eredi di Guglielmo Coviello, e rende ogn’anno grana dodeci, e mezze; L’Acquara: R.ndo Clero tiene, e possiede uno campetiello, di capacità di uno quarto in circa, sito all’Acquara, se tiene in affitto da Tomaso, e Giuseppe Rosanio, e ne pagano l’anno di affitto; L’Acquara: Domenico Antonio Marriello paga ogn’anno di censo annui carlini otto, sopra rendite, e frutti di uno territorio seminativo, di capacità di tre quarti in circa, sito all’Acquara; L’Acquara: Domenico Antonio Marriello paga ogn’anno di censo altri annui carlini cinque, sopra rendite di una vigna, e con altri albori fruttifari dentro, che ha comprata da Anna Palermo, di capacità di tomola tre in circa, sita all’Acquara; Chiarino: uno territorio seminativo, di capacità di tomola sei in circa, sito à Chiarino, confinato da sopra la Baronal Corte di d.a terra, se tiene, e possiede da Carmine Cuoco, e ne paga di annuo canone carlini venti otto, però al presente esso Carmine Cuoco non ne paga più che di carlini venti uno, a causa che non possiede tutto il territorio descritto, che non li fù concesso secondo l’instrumento; Chiarino: uno territorio seminativo, di capacità di tomolo uno in circa, sito dove se dice Chiarino, se tiene, e possiede da Ciriaco di Carlo Modestino, e ne paga di annuo canone carlini nove, e grana tre; Chiarino: uno territorio seminativo, di capacità di tomola sette in circa, sito à Chiarino, se tiene da Antonio di Amore, e ne paga di annuo canone docati quattro, e carlini sette; L’Isca di Andreola: uno territorio seminativo, e con albori di cerri, di capacità di tomola otto in circa, sito nel loco detto l’Isca di Andreola2

confinato da uno lato li beni dell’università di d.a terra, dal altro lato, e sotto via Publica che va al molino, quale territorio descritto se tiene, e possiede, dalla Cappella del SS.mo Corpo di Cristo, che secondo l’antico strumento rende ogn’anno carlini tre; Lo Tuoppolo: uno territorio seminativo, di capacità di tomola quindeci in circa, sito dove se dice lo Tuoppolo1

dell’Acquara, se tiene, e possiede da Nicola Petruzziello, e ne paga tomola quattro di grano, e carlini diecidotto, e mezzo, in grano tomola quattro di grano; Lo Tuoppolo: uno territorio seminativo, di capacità di tomolo uno, e mezzo in circa, sito allo Tuoppolo dell’Acquara, il reverendo D. Alessandro Stefanellis ha relevato at antico, e ha continuato il pagamento di rendito tomolo uno, e mezzo di grano, ciò è tomolo uno sopra il detto territorio, e tomolo mezzo di grano sopra uno altro suo territorio, loco detto anticamente lo Lago2; Boscogrande: Camillo de Matthia paga di censo annuo carlini sedeci sopra rendite di uno territorio seminativo, che ha comune, et indeviso, con altri suoi fratelli, e sorelle, di capacità di tomola cinquanta in circa, sito dove se dice il Bosco Grande3, confinato da sopra via Publica, da sotto il Vallone, da uno lato li beni del Beneficio di S.ta Maria a Canna; Boscogrande: Michele de Matthia paga ogn’anno, di censo annuo carlini dieci nove, e grana due, sopra rendite di uno territorio seminativo, che ha comune, et indeviso, con Camillo, et altri suoi fratelli, sito dove se dice il Bosco Grande, confinato da sotto il vallone, da sopra via Publica, da uno lato li beni di Nunzio Bimonte, dal altro lato li beni del Beneficio di S.ta Maria a Canna; Cierroferrazzo: uno territorio seminativo, et ammacchiato, di capacità di tomola dieci in circa, sito dove se dice Cierroferrazzo4, confinato da uno lato via Publica, e da sopra anco via Publica, da sotto il fiume Fredano, se tiene, e possiede da Felice Bianco di Fontanarosa, e ne paga tomola tre di grano; Cierroferrazzo: uno territorio seminativo, et alborato con albori di cerri, e cerque, che è comune, et indeviso, di capacità di tomola otto in circa, sito a Cierro ferrazzo, confinato da sopra via Publica, e da sotto il fiume Calore, se tiene da Carlo Antonio di Spirito, e Francesco Todesco dello Cossano, e ne pagano annuo canone di docati quattro, e carlini venti; Nocelleta: d.o R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio ammacchiato, di capacità di tomola quattro in circa, sito dove se dice la Nocelleta, però vacato; Nocelleta: uno territorio seminativo, di capacità di tomola quattro in circa, sito alla Nocelleta; Lo Casale: uno territorio seminativo, di capacità di tomola quattro in circa, sito e posto allo Casale, alla Chiocca delli Calandri5, confinato da uno lato li beni di Camillo, et altri fratelli de Matthia, da sopra S.to Pietro, da sotto Carlo di Amato, dal altro lato Antonio dello Grieco, se possiede da Antonio dello Grieco, e ne paga tomola sei di grano; Lo Casale: R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio seminativo, di capacità di tomolo uno, et uno quarto in circa, sito allo Casale, e lo tiene ad affitto Domenico di Blasi, e ne paga l’anno misure nove di grano; Lo Casale: una vigna, e con molti albori fruttifari dentro, di capacità di tomola due in circa, sita allo Casale, confinata da sotto li beni di S.to Pietro, e da sopra la Chiesa di S.to Pietro, se tiene da Amato di Blasi, e ne paga di annuo canone carlini nove; Lo Casale: una vigna di vite latine, et albori fruttifari alborata, di capacità di tomola tre in circa, sita allo Casale, se tiene, e possiede dal R.ndo D. Giuseppe di Amato, e ne paga di annuo canone docati quattro; Lo Casale: uno territorio seminativo, di capacità di tomolo uno, e mezzo in circa, sito allo Casale, lo tiene d.o R.ndo D. Giuseppe di Amato, e ne paga annuo canone tomolo uno, e tre quarti di grano; Lo Casale: uno territorio seminativo, e con albori di cerri, e cerque alborato, di capacità di tomola quindeci in circa, sito dove se dice lo Casale alla Palomara1, se tiene da Donato de Rienzo, e ne paga di annuo canone docati cinque, e mezzo; Lo Casale: uno territorio seminativo di capacità di tomola tre in circa, sito alla Casale alla Chiocca delli Calandri, se tiene da Carlo di Amato, e rende ogn’anno tomolo uno di grano; L’Insiti: uno territorio seminativo, e con albori di cerri, e cerque alborato, di capacità di tomola sei in circa, sito dove se dicono l’Insiti2, confinato da uno lato via Publica, da sopra li beni di S.to Pietro, se tiene da Alessandro, e Gervasio Lombardo, padre e figlio, e ne pagano di annuo canone carlini dieci sette; L’Insiti: Carlo di Amato paga di censo annui carlini venti quattro sopra rendite di uno territorio seminativo di capacità di tomola sei in circa, sito dove se dicono l’Insiti; L’Insiti: Carlo di Amato paga di censo annui carlini trenta vita sua durante, e doppo annui carlini quaranta otto, sopra rendite di uno territorio seminativo, e con molti albori di cerri, e cerque alborato, di capacità di tomola venti cinque in circa, sito dove se dicono l’Insiti, seu l’Isca da sopra il varco di Poppano, confinato da uno lato via Publica, da sotto il fiume Calore; La Profica: d.o R.ndo Clero tiene uno territorio ammacchiato, di capacità di tomola tre in circa, sito alla Profica3, seu vicino alla fontana delli Frainari, confinato da torno intorno li beni del Beneficio di S.to Pietro; La profica: d.to R.ndo Clero tiene un’altro territorio ammacchiato, di capacità di tomolo uno in circa, sito al medesimo loco detto la Profica, prossimo allo Casale, confinato da torno intorno li beni di S.to Pietro; S.to Andrea: uno territorio seminativo, e con albori fruttifari alborato, di capacità di tomola sette in circa, sito à S.to Andrea, se tiene, e possiede, D. Biaggio di Amato, e ne paga annuo canone tomola tre di grano; S.to Andrea: Francesco di Antonellis, et Adele de Matthia coniugi, pagano ogn’anno di censo annuo carlini sedeci, sopra una loro vigna dotale, e con territorio seminativo contiguo, e con albori fruttifai dentro, di capacità di tomola quattro in circa, sita à S.to Andrea; S.to Andrea: uno terreno seminativo, e con albori fruttifari alborato, con papino (filare) di vigna dentro, di capacità di tomola otto in circa, sito à S.to Andrea, si tiene da Ciriaco Venafra, Carmino di Liberto, e da Chiara dello Monaco, e ne pagano di annuo canone docati quattro; S.to Andrea: una vigna di vite latine, e con albori fruttifari alborata, di capacità di tomola tre in circa, sita à S.to Andrea, se tiene da Nicola Colasanto, e da esso assignata in dote a Catarina Colasanto sua figlia, e Michele Peluso suo genero, che rende ogn’anno grana tre; S.to Andrea: una vigna, con territorio seminativo contiguo, e con albori fruttifari dentro, di capacità di tomolo uno, e tre quarti in circa, sita à S.to Andrea, se tengono, e possedeno da Berardino Piccarino, et eredi dell’Arciprete D. Giuseppe Piccarino4, e secondo l’antico strumento però rende ogn’anno tomolo uno di grano; S.to Andrea: una vigna, e con albori fruttifari dentro, di capacità di tomolo uno in circa, sita à S.to Andrea, se tiene, e possiede da Angelo, Bartolomeo, e Nicola Palermo, et altre sorelle de Palermo, e secondo l’antico strumento rende ogn’anno mezzo tomolo di grano; S.to Andrea: una vigna, con albori fruttifari dentro, di capacità di tomolo uno, e quarto in circa, sita à S.to Andrea, se tiene dotale di Domenico Pullo, e secondo l’antico strumento rende ogn’anno misure sedeci di grano; S.to Andrea: una vigna, di capacità di mezzo tomolo in circa, sita à S.to Andrea, se tiene da Sabato Moccia, che rende ogn’anno misure otto di grano; S.to Andrea: una vigna, di capacità di tre quarti in circa, sita à S.to Andrea, se tiene da Francesco Palermo, che rende ogn’anno mezzo tomolo di grano; S.to Andrea: una vigna, e con albori fruttifari dentro, di capacità di tomolo uno, e mezzo in circa, sita à S.to Andrea, se tiene da Carlo Antonio Grasso, et altre sue sorelle, e ne pagano di annuo canone carlini otto; Casacancelle: una vigna, con territorio seminativo contiguo, e con albori fruttifari dentro, di capacità di tomola sette in circa, sita dove se dicono Casacancelle1, confinata da uno lato via Publica, da sotto il Vallone, dal altro lato li beni di Nicola Colasanto, e proprio quelli che ha dato in dote a Michele Peluso, quale vigna e territorio se tengono, e possedeno, da Antonio, e Biaggio Corrado, e Francesco Grasso dotale di sua moglie, rendono ogn’anno tomola due di grano; Casacancelle: uno territorio seminativo, e con vigna, et albori fruttifari, e con massaria, o casa dentro, di capacità di tomola sei in circa, sito dove se dicono Casacancelle, confinato da Anastasia Melchionno, e Sabato Pescatore suo figlio, e da sotto Antonio di Amore, che tiene, e possiede, dove esso Antonio c’ha fatto la casa, e vigna, e ne paga annuo canone tomola sei, e tre misure di grano; S.to Damiano: una vigna, con albori fruttifari dentro, di capacità di tomolo uno in circa, sita dove se dice à S.to Damiano2, detto anticamente à S.to Miano, se possiede da Tomaso di Aurilia, e ne paga annuo canone carlini otto; S.to Damiano: una vigna, con territorio seminativo contiguo, di capacità di tomola tre in circa, sita à S.to Damiano, se possiede da Giuseppe Ranaudo, e Luca suo figlio, e ne pagano annuo canone carlini venti cinque; S.to Damiano: una vigna, e con albori fruttifari dentro, di capacità di mezzo tomolo in circa, sita à S.to Damiano, se tiene, e possiede da Francesco Palermo, e rende ogn’anno grana dieci; S.to Damiano: uno territorio seminativo, con vigna, et albori fruttifari dentro, di capacità di tomola due, e mezze in circa, sito à S.to Damiano, se tiene, e possiede dal R.ndo D. Giacomo Cuoci, e ne paga annuo canone carlini otto; S.to Damiano: uno territorio, e con vigna, et albori fruttifari dentro, di capacità di tomola dieci in circa, loco detto lo Seminario3, sito à S.to Damiano, se tiene dalla Chiesa di S.to Francesco, e rende ogn’anno carlini quattro, e mezzo; S.to Damiano: uno territorio seminativo, e con albori di castagne dentro, di capacità di tre quarti in circa, sito à S.to Damiano, confinato da sotto il vallone, se tiene, e possiede da Domenico Gambino, e ne paga di annuo canone carlini dieci; S.to Damiano: R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio seminativo, et alborato con albori fruttifari, di capacità di tomolo uno in circa, sito à S.to Damiano, confinato da uno lato via Publica, da sotto il vallone, lo tiene Domenico della Ghezza, e ne paga l’anno carlini cinque; Le Boane: uno territorio seminativo con vigna, e con albori fruttifari, e con massaria, o casa dentro, di capacità di tomola due, e mezze in circa, sito dove se dicono le Boane, seu le Tine, confinato da sotto il vallone, se tiene dal R.ndo D. Giuseppe di Palma, che c’ha fatto la vigna, e massaria, e che ne paga di annuo canone carlini dieci; Le Boane: d.o R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio seminativo, di capacità di tomolo uno, et uno quarto in circa, sito alle Boane, confinato da uno lato via Publica, da sotto e l’altro lato vallone, il R.ndo D. Giuseppe di Palma lo tiene ad affitto, e ne paga l’anno tomolo uno di grano; Le Boane: uno territorio seminativo, con vigna et albori fruttifari dentro, di capacità di tomola quattro in circa, sito alle Boane, confinato da sotto il vallone, se tiene, e possiede da Domenico, Carmino, Gio, Anastasia, e Catarina

Iannuzzo, e Francesco Moccia loro cognato, e ne pagano di annuo canone carlini sedeci; Le Boane: Domenica di Orricolo paga di censo annui carlini otto, sopra rendite di una sua vigna, di capacità di tomolo uno in circa, sita alle Boane, confinata da li beni del R.ndo Clero, da uno lato Briggitta Salvatoriello, e Francesco, e Vito Morsa suoi figli, da sotto via Publica; Lo Copetiello: R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio seminativo, di capacità di tre quarti in circa, sito dove se dice lo Copetiello, Domenica Coluccia, che lo tiene ad affitto, ne paga l’anno tre quarti di grano; Lo Copetiello: uno territorio seminativo, e con albori fruttifari dentro, di capacità di tomola tre in circa, sito allo Copetiello, à Voccaccio1, confinato da via Publica, da sotto il vallone, e dal altro lato anco via Publica, se tiene, e possiede da Domenico Coluccia, e ne paga di annuo canone tomola due, e mezza misura di grano; Lo Copetiello: uno territorio seminativo, e con albori fruttifari dentro, di capacità di tomola tre in circa, sito allo Copetiello, se tiene, e possiede da Cristofano Gentile, e ne paga di annuo canone carlini diecidotto; Boccaccio: d.o R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio ammacchiato con albori di cerri, e cerque, di capacità di tomola otto in circa, sito dove se dice Boccacio, confinato da piede il vallone, da uno lato li beni del SS.mo Corpo di Cristo, dal altro lato li beni delli Signori Moscati, figli della Signora Teresa de Martino; Lo Cerrito: uno territorio seminativo, et ammacchiato, e con albori di cerque alborato, di capacità di tomola undeci in circa, sito dove se dice lo Cerrito; Lo Cerrito: d.o R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio seminativo, di capacità di tomolo uno, e mezzo in circa, sito allo Cerrito, che Nicola Coviello tiene ad affitto, e ne paga l’anno carlini dodeci; Lo Cerrito: d.o R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio seminativo, e con albori di cerque dentro, di capacità di tomola tredeci in circa, sito allo Cerrito, confinato da sopra via Publica, Niola Santosuosso lo tiene ad affitto, e ne paga l’anno tomola dieci di grano; Le Tora: uno territorio seminativo, con albori di cerque, et altri fruttifari alborato, di capacità di tomola quattro in circa, sito proprio dove se dicono le Tora2, confinato da uno lato li beni del Clero della Maggiore Chiesa della terra del Castello de frangi, da sotto il fiume Calore, se tiene da Lorenzo Tecce, e ne paga annuo canone carlini dieci; La Puzzara: d.o R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio seminativo, et ammacchiato, con albori di cerque alborato, di capacità di tomola quattro in circa, sito dove se dice la Puzzara3, confinato da uno lato il vallone; La Puzzara: d.o R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio seminativo, e con albori di cerque alborato, di capacità di tomola dieci in circa, sito alla Puzzara, confinato da sotto, et uno lato via Publica, dal altro lato il vallone; La Petrara: d.o R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio seminativo, et ammacchiato, con albori di cerque, di capacità di tomola tre in circa, sito alla Petrara4 di S.to Chirico, confinato da due bande li beni del Beneficio di S.to Chirico, dal altra banda li beni delli Signori de Martini; La Serra: Carlo Mastrominico per scrupolo di sua coscienza, revela, et ha revelato, che nella casa quale hoggi presente si possiede dal R.ndo D. Gio: Braccio, sita alla Ruva dello Columbro, seu dello Pesce in più membri consistente, confinata da uno lato l’antico ospidale, che al presente se possiede da Catarina di Sandolo1, via Publica da sotto, la trasonda, et altri confini, nella quale casa oltre del rendito, che rende carlini tre ogn’anno alla Cappella della SS.ma Annunziata di Paterno, et anco rende grana dieci al d.o R.ndo Clero della Chiesa di S.to Nicolò, quale grana dieci non si computarono in tempo dell’assignamento di detta casa

delle doti alla defunta Isabella Mastrominico sua sorella di esso revelante, il medesimo però detto rendito di grana dieci lo pone et hippoteca sopra uno territorio seminativo, di capacità di tomola tre e mezze, sito dove se dice la Serra, il quale esso revelante s’obbliga di pagare ogn’anno detto rendito di grana dieci; La Serra: uno territorio seminativo, di capacità di tomolo uno, et uno quarto in circa, sito alla Serra, se tiene, e possiede da Camillo, Michele, et altri fratelli, e sorelle de Matthia, e rende ogn’anno grana cinque; La Serra: uno territorio seminativo, con casaleno, et albori fruttifari dentro, di capacità di tomolo mezzo in circa, sito alla Serra, se possiede da Lorenzo di Amato, e rende ogn’anno grana cinque; La Serra: uno territorio seminativo, e con albori de cerque dentro, di capacità di tomolo uno in circa, sito alla Serra, se possiede da Ciriaco de Matthia, e ne paga di annuo canone carlini dieci; La Serra: uno territorio seminativo, e con albori fruttifari dentro, di capacità di tomolo uno in circa, sito alla Serra, che possiede Ciriaco de Matthia, e ne paga di annuo canone carlini tredeci; La Serra: d.o R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio seminativo, con albori di cerque dentro, di capacità di tomola sei in circa, sito alla Serra, Biaggio Rosa lo tiene ad affitto, e ne paga l’anno docati quattro, e carlini due; La Serra: uno territorio seminativo, e con albori fruttifari dentro, di capacità di tomola sette in circa, sito alla Serra, se tiene da Nicola Palermo, et Antonio de Blasi, e ne pagano di annuo canone tomola quattro, et uno quarto di grano; Lo Canalicchio: uno territorio seminativo, e con albori fruttifari dentro, di capacità di tomola otto in circa, sito dove se dice lo Canalicchio, se tiene da Domenico Antonio, Lorenzo, e Nicola Sara, e ne pagano di annuo canone docati cinque; Lo Canalicchio: uno territorio ammacchiato, di capacità di tomola quattro in circa, sito allo Canalicchio, se tiene da li figli di Giuseppe di Marco, e Carmino Tono, e secondo l’antico strumento rende ogn’anno grana undeci, e mezze; Lo Canalicchio: uno territorio seminativo, e con albori di cerque dentro, tomola quattro di capacità in circa, sito allo Canalicchio, se possiede da Ciriaco, Domenico, e Nicola Conte, e secondo l’antico strumento rende ogn’anno grana undeci, e mezze; Lo Canalicchio: uno territorio seminativo, e con molti albori di olive, et altri fruttifari alborato, di capacità di tomola sette, e mezze in circa, sito allo Canalicchio, se tiene, e possiede da Domenico di Lelio Petruzziello, e ne paga d’annuo canone carlini trenta alla Chiesa di S.to Francesco, e l’altri carlini trenta alla d.a Chiesa Maggiore; Lo Canalicchio: d.o R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio ammacchiato, di capacità di tomola quattro in circa, sito allo Canalicchio; Lo Canalicchio: d.o R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio parte seminativo, e parte ammacchiato, di capacità di tomola cinque in circa, sito allo Canalicchio a Fredano, confinato da sotto d.o fiume Fredano, da uno lato Angela Rossi, da sopra li figli Rossi, e dal altro lato il vallone, Nicola Curcio che lo tiene ad affitto ne paga tomola due, e mezze di grano; Lo Canalicchio: uno territorio seminativo, e con albori fruttifari alborato, di capacità di tomola due, et uno quarto in circa, sito allo Canalicchio, se possiede da Cannia Palermo, e Domenico Conte, e ne pagano di annuo canone carlini quindeci; Lo Tuoro: uno territorio seminativo, con piedi di cerque dentro, di capacità di tomola cinque in circa, sito dove se dice lo Tuoro, confinato da sopra via Publica, da uno lato li beni della Cappella dello SS.mo Rosario, dal altro lato li beni della Baronal Corte, da sotto il vallone, Nicola Beneventano lo tiene ad affitto in virtù d’accensione di candela1, e ne paga l’anno tomolo uno, e mezzo di grano; Le Vallara: uno territorio seminativo di capacità di tomola cinque in circa, sito, e posto dove se dicono le Vallara, quale territorio se possiede da Francesco Venafra, e ne paga ogn’anno tomola due di grano; Le Vallara: uno territorio seminativo, e con albori di cerri, e cerque alborato, di capacità di tomola trenta in circa, sito dove se dicono le Vallara, confinato da sotto il vallone, se tiene da Giuseppe della Terzza, Gio: di Orricolo, Martino Gentile, e Giuseppe Zoina, e ne pagano ogn’anno di annuo canone docati quattro, e mezzo; Le Vallara: Antonio Nigro paga ogn’anno di censo annui carlini cinque vita sua durante, e doppo suoi eredi, e successori annui carlini otto, sopra rendite di uno suo territorio seminativo, e con albori fruttifari alborato, di capacità di tomola tre in circa, sito alle Vallare, e proprio allo Vado di Andrea, confinato da sotto il vallone, da uno lato li beni della Baronal Corte, da sopra li beni dotali di Giuseppe Sarni; Sferracavallo: uno territorio seminativo, e con albori fruttifari alborato, di capacità di tomola nove in circa, sito dove se dice Sferra Cavallo, confinato da sopra via Publica, da uno e l’altro lato vallone, da sotto li beni di Catarina de Petruzzo, se tiene in affitto da Nicola Brida, e ne paga di annuo canone tomola due di grano; Sferracavallo: uno territorio seminativo, e con albori di cerque alborato, di capacità di tomola dieci in circa, sito dove se dice Sferra Cavallo, lo tiene Domenico Iallonardo, e ne paga ogn’anno tomola due, tre quarti, e tre misure di grano; Sferracavallo: uno territorio seminativo, e con albori di cerque, e cerri alborato, di capacità di tomola dodeci in circa, sito à Sferra Cavallo, confinato da sopra e da sotto via Publica, e la Baronal Corte, da uno lato il vallone, se tiene da Honesto Zoina, Domenico, e Gio: Melchionno, e ne pagano ogn’anno tomola tre di grano; Piesco Cupo: d.o R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio seminativo, di capacità di tomola quindeci in circa, sito dove se dice Piesco Cupo, confinato da sotto il vallone, da uno lato li beni del Beneficio di S.to Leonardo, li beni del Beneficio di S. Gio: Baptista dal altro lato, se tiene ad affitto da Giuseppe di Palma, e ne paga l’anno per d.o affitto tomola tre di grano; Lo Pezzillo: d.o R.ndo Clero tiene, e possiede comune, et indeviso uno territorio ammacchiato, di cerri e cerque dentro con il R.ndo D. Biaggio, e Mastro Lorenzo di Amato, il Signor Carlo Rossi, e Sapia Tecce, d.o territorio comune fra essi, di capacità di tomola nove in circa, sito dove se dice lo Pezzillo2, confinato da uno lato lo vallone; Lo Pezzillo: d.o R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio ammacchiato, e con albori di cerque alborato, di capacità di tomola dieci in circa, sito dove se dice lo Pezzillo; Lo Pezzillo: d.o R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio seminativo, et ammacchiato, di capacità di tomola quattro in circa, sito allo Pezzillo, confinato da uno lato li beni del Beneficio di S.to Chirico, dal altro lato li beni del Beneficio di S.to Michele Arcangelo; Lo Mazzasacco: d.o R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio, di capacità di tomola sette in circa, sito dove se dice lo Mazzasacco, confinato da uno lato il vallone, da sotto via Publica; Lo Mazzasacco: Nicola Santosuosso paga ogn’anno di censo annuo canone tomola due di grano per il territorio seminativo di tomola otto in circa, sito dove se dice lo Mazzasacco, confinato da sopra via Publica, da uno lato li beni della Baronal Corte, e da sotto il vallone; Pezzalaspina: Nicola Santosuosso paga ogn’anno di censo carlini dodeci sopra rendite di uno territorio seminativo di capacità di tomola tre in circa, sito dove se dice la Pezzalaspina, confinato da uno lato il vallone; Pezzalaspina: d.o R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio seminativo di capacità di tomola due, e mezze, sito alla Pezza La Spina, Biaggio di Amato che tiene ad affitto ne paga l’anno tomolo uno, e mezzo di grano; Lo Gaudo: d.o R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio seminativo, e con albori fruttifari alborato, e con uno piede di noce dentro, di capacità di tomola venti cinque in circa, sito dove se dice lo Gaudo1, che il R.ndo D. Biaggio de Amato tiene ad affitto, e ne paga l’anno tomola sette di grano; Lo Gaudo: uno territorio seminativo, e con albori di cerque dentro, di capacità di tomola quattro in circa, sito allo Gaudo, lo tiene ad affitto il R.ndo D. Donato Mastrominico, e ne paga l’anno di affitto; Le Cesinelle: d.o R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio seminativo di capacità di tomola otto, sito dove se dicono le Cesinelle; Le Cesinelle: d.o R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio seminativo, e con albori fruttifari alborato, di capacità di tomola quattro in circa, sito dove se dicono le Cesinelle, confinato da sopra via Publica, da sotto il fiume Fredano; Le Cesinelle: d.o R.ndo Clero tiene, e possiede uno territorio seminativo di capacità di tomola sei in circa, sito alle Cesinelle, confinato da sopra via Publica, da sotto il fiume Fredano, da uno, e l’altro lato le Ripe del Pescericolo2, Francesco Brida lo tiene ad affitto, e ne paga l’anno tomola sei di grano; Le Cesinelle: li figli, et eredi del defunto Tomaso de Martino pagano ogn’anno di censo annui carlini otto, sopra uno suo territorio seminativo, di capacità di tomola sei in circa, sito alle Cesinelle; Le Cesinelle: uno territorio seminativo, di capacità di tomola sette in circa, sito dove se dicono le Cesinelle, seu la Noce di Lidia, confinato da sotto il fiume Fredano, se tiene da Nicola Palermo e ne paga ogn’anno tomola due, e mezze di grano; Pietra Caldarale: uno territorio seminativo con massaria quasi diruta dentro, di capacità di tomola quaranta in circa, sito nelle pertinenze di Giesualdo, dove se dice la Pietra Caldarale3, rende ogn’anno tomola sei di grano; Pietra Caldarale: uno territorio seminativo di capacità di tomola venti in circa, nella Giurisdizzione di Giesualdo, dove se dice la Pietra Caldarale, confinato da sotto il fiume Fredano, se tiene da Giuseppe Cuoco, e ne paga tomola tre, e quarti tre di grano; " "Petturiello4: uno territorio seminativo, di capacità di tomola dieci in circa, sito nelle pertinenze di Giesualdo, confinato da sotto la strada Napolitana, da uno lato la via Publica, dal altro lato lo Vallonciello, rende tomola due di grano;

Campoferrante5: Uno territorio seminativo, di capacità di tomola tre in circa, sito nelle pertinenze di Giesualdo, se tiene da Alberto Rossi e rende ogn’anno tomolo uno di grano; Acquasalza: d.o R.ndo Clero tiene, e possiede, uno territorio seminativo, e parte incolto, di capacità di tomola trenta in circa, sito nelle pertinenze di Giesualdo, e proprio dove se dice L’Acqua Salza, confinato da sopra via Publica Napolitana, Francesco Caputo di Giesualdo ne paga l’anno d’affitto tomola sei di grano; Le Demosete: una vigna con territorio seminativo contiguo, di capacità di tomola due in circa, sita, e posta nelle pertinenze di Giesualdo, e proprio dove se dicono le Demosete, se tiene come dotale da Francesco Pinto, et Angela Volpe coniugi, e rende ogn’anno carlini cinque, e grana due, e mezze; Le Cotogna: uno territorio seminativo, con vigna, e massaria dentro, di capacità di tomola nove in circa, sita nelle pertinenze di Giesualdo, dove se dicono le Cotogna, se tiene da Aniello Forgione e ne paga annuo canone di tomola due, e tre quarti di grano; Terralepielle: uno territorio seminativo, e con albori fruttifari alborato, di capacità di tomola quattro in circa, sito nelle pertinenze di Giesualdo, e proprio dove se dicono Terralepielle, seu lo Chiano di Rugito, se tiene da Domenico Antonio Manciello, e ne paga di annuo canone tre quarti di grano; Vallone di Capo: uno territorio seminativo, di capacità di tomola due in circa, sito nelle pertinenze di Fontanarosa, e proprio dove se dice lo Vallone di Capo; Fontana de Maij: uno territorio seminativo di capacità di tomola otto in circa, sito nelle pertinenze di Fontanarosa, e proprio dove se dice la Fontana de Maij, confinato da sopra via Publica Napolitana; Fontana de Maij: uno territorio seminativo, e con albori di noci dentro, di capacità di tomola tre in circa, sito nelle pertinenze di Fontanarosa, e proprio dove se dice la Fontana de Maij, confinato da sopra da via Publica Napolitana; Millo Gallo: uno territorio seminativo, e con albori di noci dentro, di capacità di tomola nove in circa, sito nelle pertinenze di Fontanarosa, e proprio dove se dice Millo Gallo, confinato da uno lato via Publica Napolitana; Nocepedecina: uno territorio seminativo, e con albori di noci dentro, di capaità di tomola nove in circa, sito nelle pertinenze di Fontanarosa, e proprio dove se dice Nocepedecina, confinato da sotto via Publica Napolitana; Torano: uno territorio seminativo, di capacità di tomola otto in circa, sito nelle pertinenze di Fontanarosa, e proprio dove se dice Torano, confinato da sotto via Publica Napolitana, da uno lato li beni della Baronal Corte di Fontanarosa, se tiene da Francesco, e Nicola Ruzza, e ne pagano ogn’anno tomola venti di grano; Lo Macchione: una vigna, e con albori fruttifari dentro, di capacità di tre quarti in circa, sita nella pertinenza di Paterno, dove se dice lo Macchione, se tiene dalla Cappella dello SS.mo Rosario e dalla medesima Cappella concessa a Catarina Vallo, rende misure quattro, e mezze di grano; S.to Damiano: una vigna, e con albori fruttifari dentro, di capacità di tomola due in circa, sita a S.to Damiano, detto volgarmente S.to Miano, la possiede la Cappella di S.ta Monica e dalla medesima concessa a Domenico Gambino, rende ogn’anno grana quindeci; S.to Damiano: Francesco, e Tomaso di Aurilia, e Ciriaco Venafra come marito di Antonia di Aurilia pagano ogn’anno di censo annui carlini otto, per il Legato Pio fatto dal defunto Gio: di Aurilia per una messa cantata per l’anima sua, conformemente si sono essi obbligati sopra rendite di una vigna di capacità di tomolo uno, et uno quarto in circa, sita a S.to Damiano; S.to Andrea: uno territorio seminativo, di capacità di tomolo uno, sito a S.to Andrea; Graffura: d.o R.ndo Clero, come erede del defunto Donato de Martino, ha posseduto, e possiede la parte e portione spettante al defunto Donato al territorio seminativo et ammacchiato, sito e posto dove se dice à Graffura1; S.to Damiano: la Mensa Arcipretale tiene, e possiede una vigna con largo seminativo, e con albori fruttifari dentro, di capacità di tomola quattro in circa, sita dove se dice à S.to Damiano, che se tiene ad affitto da Francesco Moccia; S.to Felice: uno territorio seminativo, e con albori fruttifari dentro, di capacità di tomolo uno, e mezzo in circa, sito dove se dice à S.to Felice, se tiene da Ciriaco di Domenico Modestino e rende ogn’anno alla Mensa Arcipretale grana tredeci, e mezze; S.to Felice: uno territorio seminativo, e con albori fruttifari dentro, di capacità di tomolo uno in circa, sito à S.to Felice, se tiene da Ciriaco di Domenico Modestino e rende ogn’anno alla Mensa Arcipretale grana tredeci, e mezze; Lo Piano: una vigna, con territorio seminativo, e con albori fruttifari dentro, di capacità di tomola due, e tre quarti in circa, sita dove se dice lo Piano, se tiene dalla Cappella del SS.mo Corpo di Cristo e la medesima Cappella l’ha concessa ad Ambrogio Petruzziello, la quale in virtù del antico strumento, e secondo d.a Cappella ha continuato, e continua il pagamento, che rende ogn’anno alla Mensa Arcipretale grana trenta sei; Dietro Corte: d.a Mensa Arcipretale tiene, e possiede uno orto di capacità di mezzo tomolo in circa, sito dove se dice Dietro Corte, confinato da sotto li beni di S.to Francesco, da uno lato Sabato, et altri fratelli de Pescatore, da sopra Antonio di Amore, Domenico di Sabato Modestino, D. Alessandro Stefanellis, e Nicola Palermo;

Dietro Corte: d.a Mensa Arcipretale tiene un’altro orto di capacità di mezzo tomolo in circa, sito al medesimo loco Dietro Corte1.

Risulta tuttora presente la località denominata Lo Ponte, nonostante il crollo avvenuto da tempo dell’antica struttura romana. L’accesso alla via Napoletana era ormai assicurato dal guado del fiume Fredane, appena al disopra della sua foce.


4 Archivio di Stato di Avellino - Protocolli notarili, Distretto di Sant’Angelo dei Lombardi: Notai di Paternopoli - Fasc. 1880.

5 Archivio di Stato di Avellino - Ibidem.

1 Archivio di Stato di Avellino - Protocolli notarili, Distretto di Sant’Angelo dei Lombardi: Notai di Paternopoli - Fasc. 1882.

2 Archivio di Stato di Avellino - Protocolli notarili, Distretto di Sant’Angelo dei Lombardi: Notai di Paternopoli - Fasc. 1882.

3 Archivio di Stato di Avellino - Protocolli notarili, Distretto di Sant’Angelo dei Lombardi: Notai di Paternopoli - Fasc. 1883.

4 Un Irpino: Uno scandalo in Irpinia nell’epoca borbonica in Paternopoli (AV).

5 Archivio di Stato di Avellino - Protocolli notarili, Distretto di Sant’Angelo dei Lombardi: Notai di Paternopoli- Fasc. 1882.

1 Così detto in quanto i fitti dei terreni erano pagati in frumento che i procuratori della cappella avrebbero poi venduto mediante pubblica asta.

2 Archivio di Stato di Avellino - Protocolli notarili, Distretto di Sant’Angelo dei Lombardi: Notai di Paternopoli - Fasc. 1882.

3 Michelangelo Cianciulli: Per la Congregazione del SS. Rosario di Paterno contro l’Università della medesima Terra - Napoli 1760.

4 Archivio di Stato di Avellino - Protocolli notarili, Distretto di Sant’Angelo dei Lombardi: Notai di Paternopoli - Fasc. 1882.

5 Misura era detta la ventiquattresima parte di un tomolo, pari cioè a mq. 139.

6 Abitazione realizzata con assi di legno ed altro materiale povero, misto a calcina. “Mezzanile” sta ad indicare che la costruzione era seminterrata.

7 Piazzaletto terminale della Ruga sotto al Campanaro, sottostante il campanile, adiacente al largo del Seggio. Lo spazio è oggi occupato dall’estremità meridionale della scalinata di accesso alla porta maggiore della chiesa, per concessione dei Famiglietti che ne furono gli ultimi proprietari, come indica la scritta “1483 - F. M.”, incisa nella pietra di uno dei gradini.

1 Palazzata, cioè abitazione avente struttura di palazzo.

2 Il tratto di strada oggi occluso, a tergo della sacrestia della chiesa maggiore, che collegava la piazza con via della Dogana.

3 Oggi totalmente inglobata nel palazzo dei Famiglietti, aveva principio presso il vano cimiteriale della chiesa maggiore. Parte di essa è riprodotta (foto n. 2, pag. 433) sulla pubblicazione: Scuola Media Statale “F. de Jorio”: Paternopoli, linguaggio e testimonianze di un’antica cultura, edita a cura della Cassa Rurale ed Artigiana di Paternopoli - Marzo 1991.

1 L’avvallamento compreso fra via Pescone e via Acqua dei Franci. Il terreno in questione si estendeva ad est di esso, delimitato dalla strada comunale che da via Salita della Porta conduce a Serra, a costituire l’estremità occidentale di località Jardino.

2 La proprietà descritta era ubicata all’estremità dell’attuale piazza XXIV Maggio, a margine del viottolo oggi denominato Primo Vicolo Sottochiesa.

3 Occupava, questo sobborgo, l’area circostante l’odierna piazzetta San Vito.

1 E’ l’attuale palazzo gentilizio che affaccia su piazzetta San Vito lungo il tratto compreso fra l’estremità inferiore della prima rampa del Pendino di San Vito e la gradinata detta Vinticinco rara.

2 E’ la casa che affaccia su piazzetta San Vito, facendo da angolo fra l’estremità inferiore della prima rampa dell’omonimo Pendino e via Roma.

3 Sant’Angelo era detta la zona compresa fra la fontana della Pescarella, allora detta delli Gautuni, e le Boane.

1 Con il termine le fosse veniva indicata la zona costituita dall’avvallamento che si estende dai Capuani alle Taverne, lungo la direttrice via Fiorentino Troisi-via Cappelloni.

Ancora per tutto il 1800 Li Fossi fu detto lo scoscendimento a monte del quale oggi si sviluppa il tratto superiore di via Nazario Sauro.

2 L’espressione le Taverne da sopra le fosse indicava l’inurbamento, in verità assai modesto, dell’altura, a cui di recente è stata estesa la denominazione di contrada Piano, che, originandosi a guisa di sua propaggine da località Terrenuzzolo, delimita lungo il versante Nord l’avvallamento detto le fosse.

1 Muro di contenimento, soprelevato ad uso di parapetto.

1 In origine il casato era della Trezza. Successivamente, pur nella posposizione della consonante “r”, si osserva la conservazione della doppia consonante “z”.

2 L’appezzamento di terra descritto era ubicato all’estremità di via Croce. La Chiocca (letteralmente “testa”, qui “sommità a limite”) ne costituiva il punto più elevato ed il terreno era di proprietà di don Carlo Rossi.

3 Oggi Terrenuzzolo, località a ridosso del paese, compresa fra Capuani e Piano.

1 Il riferimento è alla fontana della Pescara.

2 La contrada è oggi detta Terroni. La denominazione indurrebbe a supporre la presenza in zona di una grossa torre eretta a scopi militari, di cui però non si riscontra traccia nella documentazione disponibile. L’area, abitata sin dai primi secoli del secondo millennio e nota col nome di Bassano, fra il XVI ed il XVII secolo, favorita dall’intensificarsi dei traffici sulla via Napoletana, si arricchì di casolari e di ville. Analogamente a quanto avvenne nel borgo, ove i maggiori palazzi furono muniti di torri angolari, non è da escludere che a qualcuna di queste costruzioni ad uso civile, allo scopo di premunirsi contro il pericolo costituito dalla diffusa piaga del brigantaggio, fosse stata annessa una struttura somigliante ad una grossa torre, da cui il nome assunto dalla contrada.

3 Canale per l’irrigazione. Dal latino isclis.

4 Oggi contrada Mattine.

5 Streppa è la voce dialettale di “sterpo”, quindi lascia supporre che la denominazione avesse tratto origine dalla presenza in zona di sterpaglia. Ciò rende plausibile che la proprietà descritta fosse ubicata a tergo del cimitero, a ridosso del pendio del vallone della Pescara ricoperto di arbusti e di ginestre.

1 Qui il termine Chiocca indica, presumibilmente, la sommità che fa da confine fra Piano e Terrenuzzolo.

2 Denominazione derivata dall’antico ponte romano sul Calore. La località, detta anche Pezzella, si sviluppava lungo il tratto inferiore del corso del fiume Fredane, a margine delle contrade Cielo Ferrazzo e Sala.

3 Tale denominazione era attribuita alla zona, a valle della Corneta, compresa fra il ponte sul Fredane e l’ampia ansa che lo stesso fiume compie in basso, a piedi del vallone della Corneta. Sul versante opposto, in territorio di Fontanarosa, la contrada prende il nome di Torano. In alcuni documenti, come si è avuto modo di vedere, in luogo di L’Orticelle la località è indicata, in analogia con quella nelle pertinenze di Fontanarosa, col nome di Torano.

1 Località compresa fra San Felice ed Acquara.

2 Il riferimento è all’area circostante la fontana detta Acquara Vecchia, un tempo acquitrinosa. La bonifica era avvenuta, presumibilmente nel XVI secolo, mediante la realizzazione di una vasca, incassata in profondità nel terreno, in cui far defluire le acque sorgive, nonché di un canale di scolo.

1 La zona che si estende a tergo della fontana Acquara Vecchia fino alla sovrastante via poderale che conduce a contrada San Felice.

2 La località, lungo la via che conduceva al mulino nel vallone delle Nocellete noto col nome di Muliniello, traeva la propria denominazione da un canale irriguo alimentato dalle acque di scolo della fontana detta Acquara Vecchia.

1 Il termine definisce una gibbosità del terreno. In questo caso il riferimento è all’altura che delimita a nord-ovest la conca dell’Acquara e sovrasta ad occidente il vallone delle Nocellete.

2 Località non identificabile in quanto priva di riferimenti.

3 Oggi contrada Piano del Bosco.

4 Letteralmente “cerro ferrigno”. Contrada oggi detta Cielo Ferrazzo.

5 La parte più elevata della contrada (m. 456) che si colloca a meridione del piccolo nucleo urbano.

1 Colombaia: dallo spagnolo “paloma” (colomba). Oggi contrada Palombara.

2 Località a valle di contrada Palombara, prospiciente il borgo di Poppano. Costituiva parte dell’odierna contrada Calore. Risalendo il corso del fiume assumeva la denominazione di Valiano, per cui la si ritrova talvolta indicata come l’Insiti à Baliano.

3 Profica e Frainari erano dette due zone a valle dell’odierna contrada Calore, prossime alla stazione ferroviaria di Castelvetere.

4 Fu coinvolto in un’oscura vicenda di magia nera. Si veda “Tesori e demoni” a pag. 122 della pubblicazione: Antonino Salerno: Paternopoli - Il labirinto della superstizione - Edito a cura della Cassa Rurale ed Artigiana di Paternopoli - Marzo 1994.

1 Estremo lembo orientale di contrada Sant’Andrea, delimitato dal vallone che fa da confine fra Boane e Piano del Bosco.

2 Località compresa fra le contrade Sant’Andrea, Boane e Piano del Bosco, sede dell’antica chiesa intitolata al Santo omonimo, posta sotto la giurisdizione del monastero dell’Incoronata di Puglia.

3 Area adibita alla esclusiva coltura di cereali.

1 Località anche detta Boccaccio, costituiva l’estremità nord-occidentale di Cupitiello, a ridosso del vallone che fa da confine con Cerreto.

2 Località a valle della contrada Cerreto, a ridosso del fiume Calore, confinante con il territorio di Castelfranci.

3 Lembo estremo del territorio di Paternopoli, compreso fra Cerreto e Trinità.

4 La zona attraversata dal tratto superiore della interpoderale che collega la statale (in località Cupitiello) con la comunale (in località San Quirico).

1 La casa di Catarina di Sandolo, che in passato era stata il lazzaretto del paese, affacciava alla sommità del Primo Vicolo Sottochiesa, appena fuori della porta di Napoli, nel punto chiamato presso la Croce sotto lo ponte. Come precedentemente indicato, la Ruva del Columbro, detta anticamente del Pesce e nota anche come Ruva dei Sandoli, era un vicolo cieco che, delimitato dall’arcata del ponte e ad esso sottostante, aveva inizio dalla Croce di Pietra e terminava alla base della cinta muraria in prossimità della porta.

Columbro è il termine dialettale che indica una qualità di pianta di fico dai frutti di dimensioni ridotte.

1 Se lo era aggiudicato mediante pubblica asta della durata determinata dall’accensione di una stearica. Il bene veniva assegnato al maggior offerente al momento dello spegnimento, per consunzione, della stessa.

2 Lo Pezzillo e le località di seguito citate, Lo Mazzasacco e Pezzalaspina, suddividevano la contrada oggi detta Li Rocchi, a valle di Pesco Cupo.

1 Letteralmente “Abbeveratoio”. Oggi contrada Scorzagalline.

2 “Coste sgrondanti” sul greto del fiume.

3 Località oggi detta Caldarara.

4 A monte di Pezza Palomba, contrada in territorio di Gesualdo.

5 In territorio di Gesualdo, al disopra della località oggi detta Marmorosanto. Alberto Rossi di Paterno vi teneva una locanda presso la via Napoletana che ha dato alla zona l’attuale denominazione di Taverna dei Rossi.

1 Contrada Graffuri. Lembo estremo del territorio di Paterno, oltre Pesco Cupo.

1 Archivio di Stato di Avellino - Protocolli notarili, Distretto di Sant’Angelo dei Lombardi: Notai di Paternopoli - Fasc. 1882.

(Il documento è stato sintetizzato previa omissione delle generalità dei confinanti dei beni elencati, al fine di snellirne la complessità).

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