Paternopoli per una politica di "Riparazione" e di "Pacificazione"

Paternopoli/E’ necessario aprire un confronto pubblico
PATERNOPOLI PER UNA POLITICA DI “RIPARAZIONE” E DI “PACIFICAZIONE”


Quanto succede in Italia ci sollecita, oggi, ad una riflessione politica sulla nostra realtà locale, anche per aprire un confronto pubblico e prepararsi in tempo e cognizione di causa su come scegliere gli amministratori del comune. Perché farlo adesso? Perché, individuarli una quindicina di giorni prima dell’indizione dei comizi elettorali, non giova a nessuno, anzi è dannoso. C’è una fase, che si addice molto alla nostra realtà, da fare con un buon anticipo sui tempi del voto e che riguarda la necessità di dar vita ad atti di “riparazione” e “pacificazione”. Ci spieghiamo meglio. Se ci pensate bene ricorderete che dalle nostre parti, avviene tutto all’ultimo minuto ed i giochi si fanno a tavolino, nei salotti di pochi, tra persone fidate, mentre le discussioni sono a vuoto con gli amici al bar, in piazza e sul muretto, venendo subito a mancare l’interesse dei più per la sorte del proprio paese. Da sempre, a nostra memoria, si attende un cambiamento in meglio, che tutti hanno promesso prima delle elezioni attraverso programmi bellissimi "sulla carta" e dichiarazioni rilevanti d’impegno "sulla parola" ma che in pratica non riescono a mantenere e a mettere in atto sui punti che si riferiscono al bene della comunità, adducendo le note giustificazioni degli impedimenti burocratici, delle difficoltà finanziarie, dei limiti di tempo perché cinque anni non bastano. I cittadini che lavorano, che svolgono un servizio sociale, che hanno cura della famiglia e vivono le preoccupazioni di ogni giorno, il disagio economico, l’ingiustizia sociale, l’inadeguatezza delle strutture, la sofferenza della malattia e della disabilità, poi, restano esclusi dal gioco politico, non hanno tempo, sono presi dai problemi quotidiani e delegano tutto ai propri rappresentanti.
Non c’è modo, infine, di contribuire alla definizione di un progetto per il paese, di stabilire criteri e linee programmatiche, di confrontarsi sulle priorità e le urgenze della comunità attraverso lo scambio delle idee, la democrazia e la libertà delle opinioni perché mancano i luoghi di riunione, le assemblee e i punti d’incontro. E da noi mancano anche i partiti. E così tutto avviene in separata sede e "privatamente" con gli affezionati, i fedelissimi, i devoti propagatori di un pacchetto precostituito a misura di aspiranti privati e privi di spirito sociale, senza capacità di comunicazione, di ascolto, di umiltà, di accoglienza, di pazienza, di solidarietà, di riconciliazione, di tutela ed edificazione del bene comune. Oggi a Paternopoli c’è un’Amministrazione che democraticamente eletta ha il diritto-dovere di governare. E lo deve fare sui quei punti, comunicazione, ascolto, umiltà, accoglienza, pazienza, solidarietà, riconciliazione e bene comune che costituirono la stella cometa del programma elettorale. E, diciamolo con franchezzza, lo fa sia pure tra tante difficoltà. E poi c’è anche il sacrosanto diritto-dovere alla critica, sempre che sia costruttiva, al controllo rigido degli atti che l’Amministrazione stessa produce. E invece cosa si fa da noi? Opposizione, opposizione senza reali motivazioni. E se ci sono, motivazioni fini a se stesse. Quel che preoccupa è che le motivazioni scattano sulle rivendicazioni personali, individualiste o di gruppo, sulla ricerca di rivalsa, di prestigio e di successo, sulla pretesa di stare dalla parte giusta, migliore e capace. Non è così. Noi indichiamo un’altra strada. Adesso è tempo, sì, di cambiamento e tutti possiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere perché siamo sulla stessa barca e non ci possiamo salvare da soli o con la delega in bianco al profeta di turno in un mare in tempesta di problemi sociali ed economici. Tutti, soprattutto i giovani, devono con la stessa responsabilità, di là dal passato, garantirsi il presente e il futuro, ripartendo insieme dal bene della comunità tutta, riprendendolo dalle menzogne delle carte e delle parole, dai vecchi programmi artificiosi, dall’arroganza e dalla presunzione di pochi, dalla stoltezza dei furbetti ad hoc, dall’ignoranza e l’indifferenza di tanti.
Piuttosto che lamentarsi e scaricare la colpa sugli altri, stare alla finestra e aspettare, è l’ora di mettersi insieme, di evitare gli scontri di parte, le divisioni a priori, le posizioni esclusive ed escludenti, adottando la politica della "riparazione" e della "riconciliazione", valorizzando le risorse a disposizione, gli strumenti della partecipazione e l’amore per il proprio paese. Cambiare è possibile quando si promuove la qualità del personale politico sull’integrità morale, l’appartenenza alla comunità, la coerenza della storia di vita e dei frutti visibili.

Le elezioni amministrative non sono un appuntamento passeggero e limitato, scelgono il governo di cinque anni, la gestione che imprime un carattere fondamentale, la via da percorrere, uno stile da mantenere per il bene della comunità tutta, dove si può ritrovare l’anima della cittadinanza, il cuore
di una umanità, il sogno di tutti. Diffidate delle “cene” ad orologeria. Si tratta di “ultime cene” per chi si ostina a non capire le difficoltà di un’amministrazione ai giorni d’oggi, per chi insegue il “tanto peggio tanto meglio”, per chi persiste a non costruire il futuro sugli assi portanti della “riparazione” e della “pacificazione”. Ci rivolgiamo a tutti indistintamente: riscopriamo la gioia dello stare insieme, “riscattiamoci”, “ripariamo”, “riconciliamoci” e allontaniamo con forza le nostre debolezze, i nostri egoismi, la nostra arroganza. Guardiamo solo al bene del nostro paese. Tutto questo è “punto di non ritorno”. E’ questo quanto ci chiede la nostra Comunità che dovrà scegliere i propri Amministratori. Non deludiamoli. E siatene certi, una volta “riparato” e “pacificato”, sceglierà i migliori.

Mario Sandoli
per la nascente Associazione politico-culturale “Il Gabbiano”

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