La fine ingloriosa del partito Democratico

Quel che sta succedendo al PD è l’epilogo di una storia. Cominciata con una classe dirigente inadeguata, simboleggiata dai vari D'Alema e Bersani, e finita per presunzione sulle colline del Chianti . Perché il Partito Democratico non perde elettori o dirigenti, cosa che capita in politica, ma perde peso e credibilità agli occhi di tutta la parte laica e progressista del Paese. Si scioglie nell’anima e nella struttura. Poco importano le beghe fra correnti e la frattura, quasi sempre solo personale , che si sta rapidamente consumando in queste ore, di fronte a ciò che resta della grande casa del riformismo italiano , morta per sempre . Da quel 2007 a oggi sono passati dieci anni. E ora sappiamo che, comunque vada, ciò che uscirà dal congresso non è più ciò che ci era entrato: il PD come l’avevamo sognato , desiderato , conosciuto .
Sulla crisi del nostro partito è stato scritto e detto di tutto. Politologi, militanti, editorialisti e mezzi busti da talk show hanno scritto e detto fiumi di parole . Eppure c’è qualcosa di atavico, qualcosa di interiore di cui ti vergogni, c’è un riflesso automatico che cerchi di occultare e che invece si manifesta più nitido di tutto. Quando, fra dieci anni, lontani dai riflettori e dalle polemiche della cronaca, fuori dai tatticismi e dalle giravolte politiche, analizzeremo questo momento storico, dove sta cambiando “l’uomo” e il suo modo di stare al mondo, ci chiederemo: di cosa stava discutendo il Partito Democratico ? . Di cosa, mentre milioni di donne e uomini urlavano la propria rabbia e il proprio no al modo in cui abbiamo concepito la politica ? . Di cosa lor signori si occupavano mentre un miliardario saliva nella sala ovale con il plebiscito della classe più povera d’America? E di cosa mentre nel cuore dell’Europa democratica risorgevano gli spettri del nazionalismo e della xenofobia? Di mozioni, tessere, conferenze programmatiche, regole, documenti fotocopia e fasulli e ancora imbrogli . Di Festa , Iannace , Di Guglielmo , D'Agostino , Di nulla. Di niente. Renzi sì, Renzi no, congresso si, congresso no , prigionieri di un referendum interiore che condanna i democratici a perdere per i prossimi anni le elezioni. A vantaggio di un grillismo che , nemesi vuole , nasceva proprio nello stesso anno del PD , nel 2007, con un grido “Vaffa” che si sta mutando in desiderio di governo. Oppure a vantaggio della destra salviniana , fascista e razzista .
Uno spettacolo indecente e fastidioso , come quello che oggi sta offrendo il PD Irpino , con i suoi squallidi salti della quaglia , le incursioni notturne a via Tagliamento di veri e propri banditi a caccia di tessere e di posizioni di privilegio , la vergogna di chi doveva riportare trasparenza e regole nel partito ed ha finito per affossarlo in un lerciume stomachevole .
Nello spettatore cittadino -elettore, ciò che lascerà sarà il medesimo senso di estraneità, di fastidio, di lontananza. E alla domanda: quanto è durato? La risposta sarà: che me ne importa. A chi vuoi che freghi cosa ne sara' di questo PD ? .
Eppure a qualcuno importa . A noi . Si a noi che lo costruimmo dieci anni fa . Mentre i molti ridevano definendoci sognatori , salvo poi vedere gli stessi salire sul carro del vincitore per accomodarsi in prima fila . Interessa a noi romantici , innamorati di una casa democratica e di un'Italia piu' giusta e libera .
Oggi noi abbiamo perso . Ma un giorno i romantici salveranno il mondo. E lo faranno perché avranno ancora la forza di immaginare e l’incoscienza di inseguire le cose impossibili . Di coltivare un sogno , una speranza , un ideale , una risposta …....l' onesta' . Perche' e' questo che i cittadini si aspettano dalla politica .

Andrea Forgione , segretario Circolo Pd Angelo Vassalo di paternopoli

 

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