Miracolosa Effige Maria SS, Miracoli dopo la Sua Incoronazione

Notizie Storiche sulla Miracolosa Effige di Maria S.S. della Consolazione - Capitolo 8

Seguono ora altri miracoli operati dal Signore Dio per l’in­tercessione della SS. Vergine di Consolazione, e contestati con giuramento dei testimoni per virtù, e per dignità ragguardevoli, come si trovano registrati nei pubblici atti dei Regi Notai di questa suddetta terra.

  • Da molti anni. era travagliato Alessandro Coppola di S. Mango da una fiera ed ostinata infermità, e poco tempo gli re­stava di vita. Avendo inteso che si coronava la Vergine Maria, vi si fece condurre legato su di un somaro, sicuro di ottenere la salute. Prostrato innanzi l’altare si fè ungere l’olio della lam­pada, ed immediatamente si sentì sano: come per attestato del sacerdote D. Francesco Mottola, e dell’Arciprete D. Pasquale Vec­chia di detta Terra.
  • Nicolò di Aurilia di Paternopoli come al folio 29.
  • Sabato di Antonio Bailardo della Comune di Fontanarosa, cieco e storpio, fattosi condurre innanzi l’Immagine di Maria SS. con ammirazione di tutti ricuperò la sanità delle membra e la vista degli occhi. Lo attestò D. Giuseppe Ziccardi Arciprete ed il dottor Saverio Giannuzzi di detto Comune.
  • Ferdinando Vinaccia di S. Angelo all’Esca da dieci mesi infermo, su di una sedia si fè portare innanzi l’altare della Ver­gine della Consolazione, e dopo un’ora si sentì rinvigorito, e sano. L’attesta D. Michele Ioanna, ed il Signor Agostino Mirra di detto Comune.
  • Benedetto di Pasquale Tecce di Castel Franci, muto e sordo fin dalla nascita, si fè guidare avanti l’altare di Maria SS. della Consolazione in quella istessa mattina, che s’;incoronava ma terminata la Messa solenne dopo l’incoronazione si fece se­gnare con l’olio della lampada nella lingua e nelle orecchie, ed al­l’istante si sciolse la lingua, ed incominciò ad udire, ed eccitò questo prodigio tale stupore nei circostanti, che comune era di tutti il pianto, e le grida. - L’Arciprete D. Vincenzo d’Alessan­dro, ed il dottor fisico D. Pasquale Tecce di detto comune ne fe­cero l’attestato.
  • Lorenzo Meloro del Comune di Bagnoli, storpio con un braccio, venuto innanzi all’Immagine di Maria SS. ed untosi l’o­lio della sua lampada, incominciò a muovere il braccio e si sentì sano perfettamente. Come per attestato di D. Onorio Can. Padro­ne, e del Can. D. Achille Iannuzzi dell’accennato Comune.
  • Dello stesso Comune di Bagnoli fu D. Isabella Rogatis, storpia nella maggior parte delle sue membra. Venne portata su di un mulo ligata; e prostrata avanti l’altare di Maria SS. pian­geva dirottamente; ma non passò lungo tempo, e ricevè la grazia della sua guarigione, e ritornò sana nel suo paese. Come l’atte­starono D. Francesco Rogatis, ed altri di detto Comune.
  • Il Signor Pasquale Penta di S. Angiolo all’Esca per un antrace maligna uscitagli sulla lingua, appena poteva respirare, ed era nel prossimo pericolo della vita. I parenti gli suggerirono di ricorrere alla Vergine della Consolazione, ed egli colla mente fece volto di visitarla, ed untosi, l’olio della Vergine, subito vide cessare il gonfiore, ed il giorno seguente si trovò guarito. Come per attestato di D. Lucido Carpinella, e di D. Gennaro Respucci del prefato Comune.
  • Domenico Raffaele di S. Angelo dei Lombardi da quin­dici anni storpio, ed impotente al moto: condotto innanzi alla Sacra Immagine della Consolazione la pregava con tal fervore a consolare la sua estrema afflizione, che non durò lungo tempo a riceverne la grazia. Si restituì in sua casa, e per la strada volle per lo più camminare a piedi, come per attestato di coloro, che lo condussero, di D. Pasquale Paglia, e di tutti canonici di detto Comune.
  • Carmela Carnosi di Castel Franci, abitante in Torella, agghiacciata nelle membra per un colpo apopletico da quattro anni: condotta su di un asino ligata, si gittò a terra a piè dell’altare di Maria SS. si unse l’olio, e cominciò a cessare l’impotenza al moto, e fra un’ora camminò bene, e se ne andò sana. Fecero di ciò l’attestato D. Antonio Morena, e molti altri di Torella.
  • Nicolò Forgione di Gesualdo, fanciullo di pochi anni, per una rottura era tormentato da eccessivi dolori: condotto avanti di Maria SS. dà suoi genitori, i, quali pregavano, e piangevano dirottamente, ricevè la grazia, e restò guarito. Col Can. D. Nicola Colucciello l’attestano anche gli altri Can. di detto Comune.
  • Angiolo di, Blasi di Gesualdo oppresso da lunga infer­mità,. si fè condurre a visitare la Madre SS., fece in suo onore cantare una messa ed una litania, ed untosi l’olio della lampa­da, si partì con fiducia di essere guarito, come in effetti! lo era non avendo più sofferto incomodo alcuno. Come per attestato dei Can. D. Nicolò Colucciello, e D. Nicolò Stanco di detto Comune.
  • Angelica di Adamo di Gesualdo per un antrace uscitale nell’occhio, dove per l’enorme escrescenza se le tagliò molta carne perdei l’occhio, e vi si formò una fistola tendente alla cancrena. Applicata sulla parte una Immagine di Maria SS. e fatto il voto di visitarla, in un subito guarì, e dopo venne a rendere alla Madre SS. le dovute Grazie. Attesta ciò il dottor fisico Giuseppe d’Elia, e D. Giovanni Altorasi di detto Comune.
  • Il Clerico Clemente Moccia di Castel Vetere giocando alle palle con Agnello Narzi sul piano di un’alta rupe, il vento impe­tuoso gli tolse di testa il cappello, e lo portò via, ed egli correndo appresso disgraziatamente cadde da detta rupe per l’altezza di palmi 165 misurata; e nell’atto della caduta invocando Maria SS. di Consolazione in aiuto, non si trovò alcun male, neppure una semplice lividura. Di ciò ne fece l’attestato l’illustre Barone D. Do­menico Beaumont di detto Comune ed altri circostanti al fatto.
  • Ippolito Rauzzino di Paternopoli, maestro muratore, fatican­do nel palazzo del dottor Nicolò Antonellis, cadde dall’altezza di venti palmi sopra molte pietre, e come vecchio di anni 65 doveva soccombere alla caduta: ma dicendo per l’aria Maria SS. di Con­solazione aiutatemi, si alzò liberamente sano, senza sentirsi alcun male. L’attesta lo stesso dottor Antonellis presente con i mura­tori presenti.
  • Petronilla Matarazzo di Chiusano per un colpo apopletico agghiacciata in tutta la parte sinistra del corpo; fu condotta in­nanzi all’Immagine di Maria SS. di Consolazione, invocò il suo patrocinio, e restò immediatamente guarita. L’attestano D. Do­menico Pietrrolungo e D. Nicola Piccardi di detto Comune.
  • D. Rachele Guarnieri figlia dell’illustre Barone di Cas­sano, e moglie di D. Giovanni Nearico, di Ariano, abitando in Napoli, dopo un pericoloso parto, cadde in una grave infermità, la quale continuandole per un anno intiero, ad onta di molti ce­lebri mediaci, ed ottime medicine adoperate, non potè affatto li­berarsene. Vedendosi ridotta etica, disperata nella salute, ed af­flitta, ricorse al patrocinio della SS. Vergine di Consolazione, e fece voto di vistarla nella sua Chiesa, dove si fece portare dentro una sedia. Pregò la Vergine con calde lagrime, si fece ungere l’olio della sua lampada; e dopo pochi giorni, che si trattenne, restò pienamente guarita. Ritornò in Napoli dove visse per molti anni in perfetta salute, e diede alla luce altri figli; come per attestato dell’illustre Barone e di Giuseppe Antonio Rossi di Paternopoli.
  • Caterina di Elia moglie di Vincenzo Ruberti della Rocca db S. Felice, da tre anni storpia in maniera da potersi appena muo­vere, si fè portare su di un giumento ligata a visitare la nostra Vergine della Consolazione, e fu tanto viva la sua fede ed efficaci le sue preghiere, che appena untole l’olio, si levò in piede sana, e magnificando, e lodando la sua Benefattrice invitava tutti gli astan­ti a far lo stesso: e nel ritornare alla sua patria volle andare a piedi: come per attestato dell’Arciprete Sandoli di detto paese e di altri.
  • Non molto tempo dopo, mossa da un tanto prodigio venne anche a visitare la Vergine SS. una povera donna della mede­sima Rocca di S. Felice priva di latte per nutrire il suo piccolo figlio; si confessò e comunicò, e quindi si buttò di faccia a terra avanti la Madre di Dio, e dopo alquanto tempo incominciò si ab­bondantemente il latte, che le bagnò la veste, come per attestato dei sopraddetti.
  • D. Nicoletta d’Afflittis di Ariano soffrì per molti mesi dei dolori spasimanti per ritenzione di orina che spesso si riduceva all’estremo della vita; si mandò a prendere un’Immagine della Vergine SS. e l’olio della sua lampada, con cui si segnò più volte e fece voto di visitarla nella Chiesa: ottenne subito la sua guari­gione, nei più le sopravvenne un tale pericoloso malore fu di per­sona a visitarla, e ringraziare la SS. Vergine, e lasciò molto da­naro, e preziosi donativi.
  • Michelangelo Follo di Castelvetere assalito da molti as­sassini ebbe in testa un colpo di scure, onde cadde semivivo a terra, e fu stimata comunemente mortale la sua ferita; egli ve­dendosi in una notte presso alla morte, e disperato dà Medici implorava di continuo, benché appena potesse parlare, l’aiuto di Maria di Consolazione fecesi porre sulla ferita un’Immagine della Vergine, e si obbligò in voto, se fosse guarito, di andare a visi­tarla nella propria Chiesa, e non passò guarì, e si vide sollevato che disse al Sacerdote assistente: Padre andatevi a riposare, che Maria Vergine mi ha fatto la grazia, e quindi dopo pochi giorni si trovò perfettamente sano.
  • Disperata dà Medici era Porzia Gargano di Bagnoli per una spina ventosa. In tale deplorabile stato ricorse alla Vergine SS., si unse dell’olio, e fece voto guarita di! visitarla, e ben pre­sto si trovò con ammirazione di tutti perfettamente libera; e venne a rendere i dovuti ringraziamenti.
  • Storpio da cinque anni stava Francesco di Feo figlio d’Ales­sandro di Feo di Volturara, condotto dal padre alla Vergine, la pregava di farlo morire, o di guarirlo. Il giorno susseguente men­tre piangeva, e pregava gittato su i gradirvi dell’Altare, alla pre­senza di molti astanti, si alzò ringraziando ad alta voce la sua Madre benefattrice, e camminò liberamente.
  • Govanni Stabile di Lioni, con un antrace maligna nelle glandole, gonfio nella faccia, nel collo, e nel petto, in maniera tale, che spedito dà medici, ricevé gli ultimi Sacramenti: trovandosi in tale stato di desolazione, ritorse colla mente, e col cuore a Maria SS., e le promise in voto di andare a visitarla nella Chiesa, se per una singolare pietà l’avesse liberato da quel male. Subito incominciò a sgonfiare e verso la sera si trovò guarito, e quindi a poco adempì il suo voto. L’attestò il dottor fisico D. Crescenzo Perna, e D. Felice di detto Comune.
  • Il Signor D. Pietro Panarelli Agente del Principe di Morra fu fieramente cruciato da una sciatica, che nei giorno, nei notte gli dava il tempo di riposare, ricorse alla pietosa Madre della Consolazione, e fece voto di visitarla. In un subito se gli alleviò il dolore in maniera che si trovò in istato di venire dì persona a visitarla nella propria Chiesa: fece cantare una messa in suo ono­re, si fece segnare con l’olio della sua lampada, e la Madre di Dio si compiacque di guarirlo intieramente.
  • Domenico Dinza della città di Arano abbandonato dà medici per una febbre maligna, e ridotto quasi agli estremi della vita, ricorse alla Vergine SS., invocandola di continuo con fiducia, e con affetto; ma vedendosi verso la sera molto migliorato s’in­fervorò maggiormente a pregare la sua pietosa Regina, ed il gior­no appresso si trovò sano, senza febbre, e quindi venne a rendere i dovuti ringraziamenti alla Vergine SS.
  • Abbattuto da una continua febbre pericolosa il Silurar Giovanni Coscia di Montella, fu a visitarlo un certo Sacerdote suo amico, e trovatolo affievolito, e quasi fuori dei sensi lo in­coraggiò a ricorrere alla Vergine SS. di Paternopoli, che sarebbe gua­rito. Egli piangendo fissò gli occhi ad un’Immagine di Maria, e la pregò con molte lagrime, e si fece ungere il suo olio, e nella mattina seguente fu trovato senza febbre. Venne poi a ringraziare la sua Benefattrice, e le lasciò molti preziosi, donativi.
  • Per due anni e tre mesi fu tormentato Nicola Bardarò di Torella da un fierissimo dolore nella coscia nei per qualunque me­dicina apprestatagli, da tanti medici e chirurgi potè mai: trovare un momento di riposo, anzi dai tanti rimedi irritata maggior­mente la parte offesa, si rendeva insoffribile il dolore. Confinato su di una sedia, ed abbandonato da tutti aspettava con ansia il momento della morte, e passava le sue ore in urli, e gemiti con­tinui. Pregò caldamente la gente di sua casa, la quale si era di lui molto tediata per la lunghezza del male, che l’avessero con­dotto a Maria SS. della Consolazione, per pregarla di dargli o morte, o salute. Vi fu condotto su di una sedia: si gittò sull’al­tare piangendo e chiedendo grazie, ma dopo dieci minuti di, tem­po si vide con stupore della gente accorsa, alzarsi in piedi lodan­do, e ringraziando Maria SS., e camminare per la Chiesa, e nel ritorno al suo paese volle andarsene a piedi. L’attestano D. Gen­naro Marchese, e D. Michele Ficato di detto paese.
  • Al dottor fisico Basilio Pesa da Montaperto fu tirato un colpo di schioppo dietro la spalla, e cadendo a terra chiamò in aiuto Maria SS. di Consolazione, di cui era molto devoto. Chiamati vari chirurgi, dia tutti fu stimato mortale il colpo, e fuori ogni, speranza di vita: si aggravò grandemente, motivo per cui fu chiamato il Sacerdote D. Alessandro Barbiero di Paternopoli per assistergli l’anima, ed in fatti in una sera stava aggravato in maniera, che era prossimo a morire; ma egli aveva sempre in bocca la sua Madre di Consolazione, e l’invocava con umiltà, e fiducia; chiese al detto Sacerdote, che gli avesse applicato l’olio della Vergine ed in un subito si vide ristorato, e molto sollevato, e dopo alquanto tempo guarito all’intuito, venne a rendere le gra­zie alla sua amata Benefattrice, e le donò tutte le vesti, che aveva addosso, come per attestato del sopradetto Sacerdote e del Signor Nicola Ziccardi.
  • Giovanni Torelli di Lapio muto all’intutto, che esprimeva con soli cenni la sua volontà, venne a visitare la Beatissima Ver­gine nel giorno della sua festività, tempo in cui vi era concorsa moltissima folla di forestieri e cittadini; stando avanti l’altare, fece cenno ad un Sacerdote di ungergli l’olio della lampada ed appena untola, gridò chiamando Maria SS. di Consolazione, e parlò liberamente come per attestato presso gli atti del Notar Libera­tore de Martino.
  • La moglie del Signor D. Gaetano Martucci dI Pietra di Fusi inferma gravemente a letto, spedita dà medici ed anche ri­cevuto il Viatico, e l’estrema Unzione, stava approssimandosi agli ultimi momenti; vi accorse una sua cognata, la quale era stata gravemente inferma, e per grazia della Vergine della Consolazione era guarita, e l’esortò a ricorrere alla Vergine Consolatrice e fare voto di visitarla, che sarebbe certamente guarita. La moribonda fece segno cogli occhi di ricorrere al suo Patrocinio e colla mente si raccomandò alla Vergine SS. e fece il voto. In questo mentre si vide più sollevata, ed incominciò a parlare, e dopo alquanti giorni lasciò il letto, e venne col marito a sciogliere il voto e ringraziare la pietosa Madre con donarle un’oncia e mezza d’oro fino, ed un paio di fioccagli con pietre.

Molto più grande di quei soprascritti è stato il numero dei prodigi della madre di Dio largamente compartiti a chi con viva fede alla sua intercessione è ricorso. Continuamente e quasi in ogni giorno si sono veduti forestieri venir devoti a sciogliere i voti, e ringraziare la loro Benefattrice dei favori ricevuti con lasciarle larghi e ricchi donativi. Niuno dei cittadini di questo paese per esserne stato spettatore potrà ignorare la serie dei tanti, e si grandi. miracoli accaduti; ma per non sapersene i nomi;, ed i paesi; dei devoti beneficiati non sono in queste brevi memo­rie raccolti.

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