Distanza da Avellino: 33 Km

Altitudine: 372 mt.

Municipio: Corso Umberto I,0825 / 447057

Cap: 83036


Sono antichissime le origini di questa importante colonia romana sorta alla biforcazione della via Appia con l’Herdonia e l’Aurelia Aeclanensis.

In località Madonna delle Grazie è stata scoperta una necropoli di epoca neolitica con tombe del tipo detto “a forno”, con ingresso da un pozzo circolare. La città si chiamò Aeclanum, poi Quintodecimo, Acquaputida e Mirabella. Aeclanum era uno dei più importanti centri dei Sanniti per il suo posizionamento sulla via Appia. Poiché durante la guerra sociale si schierò con gli Italici, la città fu saccheggiata e pressoché distrutta da Silla nell’89 a.C.. Conclusasi la guerra sociale, Eclano fu ricostruita ed entrò nell’orbita politica di Roma. Divenne municipium sotto Augusto, mentre Adriano la trasformò in colonia. Durante l’Impero Romano si arricchì di anfiteatro, foro, terme, macello ed altri edifici.

Gli scavi hanno riportato alla luce abitazioni dell’epoca, con pavimentazione a mosaico e un importante complesso termale del II secolo a.C., dotato di tepidarium e calidarium. Sono state rinvenute anche sculture in marmo, tra le quali un Niobide, considerato copia di un originale di epoca greca, un Apollo, un dio fanciullo con il corno dell’abbondanza e una Menade. Il centro di Eclano fu semidistrutto da Costanzo II, imperatore d’Oriente. Ricostruito, assunse il nome di Quintodecimo, giacché era a quindici chilometri da Benevento. Con l’avvento del Cristianesimo divenne sede vescovile e ne fu vescovo Giuliano Pelagiano, che diventò in seguito eretico ed oppositore di Sant’Agostino. Poi, trascorsa la dominazione ostrogota e longobarda, la città fu chiamata Acquaputida in ragione delle sorgenti di acque sulfuree presenti nel territorio.

Sulle sue rovine sorse Mirabella, feudo delle famiglie Visconti, Sforza, Aragone, Biondazzo, Maccarelli, Della Leonessa e Orsini di Gravina. Solo nel 1862, in onore delle sue origini, fu aggiunto il secondo nome di Eclano.

Mirabella è anche terra di tradizioni: a settembre vi si svolge da oltre un secolo la tirata del Carro. Tre o quattro paia di buoi partono dalla contrada Sant’Angelo e trasportano sino in paese un enorme obelisco in legno ricoperto di paglia, altro 25 metri, equilibrato da 48 funi manovrate da centinaia di mirabellani. Il Carro viene portato alla Chiesa dell’Addolorata, dove i buoi vengono benedetti. La tradizione della lavorazione della paglia è assicurata dall’associazione Amici del Carro, custodi del prezioso obelisco di paglia e di tutte le tecniche artigianali per restaurarlo o ricostruirlo.

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