Il femminile degli aggettivi si forma generalmente sostituen­do alla desinenza “o” del maschile quella del femminile in “a”:

Es: Gnaccato = Gnaccata (Sporcato/a).

Gli aggettivi la cui desinenza sia “uso” o “usso” la cambiano, nella formazione del femminile, rispettivamente, “osa” o “ossa”; quelli che l'hanno in “isa” o “issa” la cambiano in “esa” o “essa”; quelli in “ulo” la trasformano in “ola”.

Nel contempo le vocali “U” ed “I” eventualmente contenute nel termine maschile si trasformano, rispettivamente, in “O” ed in “E”. Parimenti in “O” muta il dittongo “UO” eventualmente contenuto nel termine maschile:

Es: Suffuso - Stoffosa

Lifricuso - Lefrecosa

‘Ndrumittisso -‘Ndromettessa

Maniarulo - Maniarola

Cuoto - Cota

 

La regola non priva di eccezioni, per cui si è provveduto a menzionarle singolarmente nel vocabolario.

La coniugazione dei verbi, nel linguaggio dialettale, è mancante dl tempo futuro.

Per indicare tale tempo:

a) Si fa ricorso alle voci dell'indicativo presente, accompa­gnate dall’avverbio o dalla locuzione avverbiale tempora­le, per esprimere la semplice intenzione dell'azione:

Es: Rimani vavo = Domani andrò.

L’anno ca vene sturi = L’anno prossimo studierai.

 

b) Quando l’azione futura è determinata da dovere o necessitò, si utilizzano le voci del presente indicativo dl verbo avere (che in tal caso assume il senso di dovere) seguite dal verbo all’infinito:

Es: Into a sto mese aggia ì a Napoli = Entro questo mese andrò (necessariamente) a Napoli.

Crai aia parte pè sordato = Domani partirai (doverosamente) per il servizio di leva.

 

Il congiunti presente (ed il passato) vengono resi con il presente (ed il passato) del modo indicativo:

Es: Ca vavo a Napoli a te non te n’adda fotte = Che io vada a Napoli a te non deve interessare

Il congiuntivo imperfetto ed il condizionale presente (e di conseguenza anche le loro forme composte) non si differenziano affatto:

Es: ‘Nge ro decesse si fosse n’amico = Glielo direi se fosse un amico.

Si recesse la verità lo vasasse = Se dicesse la verità lo bacerei.

L’infinito dei verbi tronchi può, indifferentemente, completare la propria desinenza mediante l’aggiunzione

della sillaba “Ne”:

Es: Zompà o Zompane = Saltare

Carè o Carene = Cadere

Rì o rine = Dire

Gli avverbi di luogo e di tempo sono inseriti nel glossario.

Il linguaggio è privo di avverbi di modo o maniera ottenuti mediante l’aggiunzione di suffisso all’aggettivo. Essi sono sostituiti da locuzioni avverbiali derivanti dalla ripetizione dell’oggetto medesimo:

Es: Citto citto = Silenziosamente.

Soro soro = Lentamente.

I più comuni sono ricordati nella sezione relativa alle locuzioni ed alle frasi idiomatiche.

Gli avverbi di luogo e di tempo sono inseriti nel glossario.

Gli articoli indeterminativi sono:

= Un, uno (maschile).

Na = Una (femminile).

 

entrambi vengono apostrofati dinanzi alle parole inizianti per vocale, ma nessuna elisione avviene in presenza di parole inizianti con un dittongo:

Es: N'ermece (un embrice).

No iaoto (un abbeveratoio).

Nasbcola (una scheggia di legno).

Na ienesta (una ginestra).

Il linguaggio è privo di avverbi di modo o maniera ottenuti mediante l’aggiunzione di suffisso all’aggettivo. Essi sono sostituiti da locuzioni avverbiali derivanti dalla ripetizione dell’oggetto medesimo:

Es: Citto citto = Silenziosamente.

Soro soro = Lentamente.

I più comuni sono ricordati nella sezione relativa alle locuzioni ed alle frasi idiomatiche.

Gli articoli determinativi sono:

Rò o Lò e Lo = Il, Lo

La = La

Li = I, Gli

= Le

L’articolo maschile singolare ( o e Lo) non può essere impiegato indiscriminatamente. L'uso dell'uno ( e ) o dell'altro (Lo) può modificare addirittura il senso della parola:

Es: “Rò (o Lò) muorto” è la parte di scarto, non utilizza­bile;

“Lo morto” èla persona defunta.

 

Per un uso corretto dell'articolo si tenga presente che o anche , muniti di accento acuto, sono preposti ad indicare il termine generico, mentre Lo, atono, precede il termine specifico:

Es: “Rò fierro” è il materiale ferroso in genere;

“Lo fierro” ha il significato di “l'attrezzo”.

“Lò russo” è la tinta rossa in genere;

“Lo russo” è il particolare oggetto rosso di cui si discute.

 

L'articolo “La” si usa davanti a nomi femminili singolari:

Es: La coteca (La cotenna).

 

L'articolo “” è impiegato per il maschile plurale:

Es: Li zinzuli (I capelli).

 

L'articolo “” (nel dialetto più progredito trova ampio impiego una sua forma sostitutiva in “”) è usato per il femminile plurale:

Es: Re cammise (Le camicie).

 

Si tenga presente che tutti gli articoli determinativi vengo­no apostrofati dinanzi a nomi inizianti per vocale, ad eccezione di quelli inizianti con un dittongo:

Es: La iallina (la gallina).

Li iungi (i legacci).

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